giovedì 25 marzo 2010

DENUCIA DELLA SCUOLA AI FINI DI UN ATTO DI SINDACATO ISPETTIVO DEL PARLAMENTO SULL’OPERATO DEL MIUR

MENTRE
1. La stampa documenta che il debito del Ministero dell’Istruzione è in debito nei confronti delle scuole italiane di oltre 1.400 milioni di Euro e che ciascuna scuola del nostro paese è creditrice del Ministero per una media di circa 170.000 euro.
2. Il Comitato dei Genitori e il presidente del consiglio d’Istituto del liceo scientifico Morgagni di Roma denunciano un debito del Ministero nei confronti della scuola di 243.610 euro.
3. Mentre tutti i Dirigenti Scolastici denunciano che la più gran parte di questi crediti sono stati maturati, a partire dal 2004, a causa del mancato trasferimento dei danari dovuti da Ministero per il pagamento delle supplenze brevi (contributi previdenziali, IRAP inclusi, etc.), per le spese sostenute per il pagamento degli insegnanti che hanno fatto parte delle commissioni della maturità, per le spese di funzionamento amministrativo e didattico.
4. Mentre molti organismi (comitati, coordinamenti) di genitori denunciano che i danari raccolti con i “contributi volontari” anziché finanziare le attività didattiche straordinarie dei figli sono serviti al pagamento dei supplenti e del servizio prestato per le attività delle commissioni di esami, tutte spese obbligatorie per lo Stato e regolarmente iscritte nei bilanci del Miur (tab.VII del Bilancio dello stato, Capitoli 1.270, 1286, 1.332/2, 7.110)

In una intervista del 24-3-2010 rilasciata al quotidiano Il Messaggero la ministra Gelmini si impegna perché il prossimo anno vengano stanziati 10.000.000 (Sic! Dieci milioni) di Euro per far fronte al disagio, per il prossimo anno, e minaccia le scuole da richiedere contributi ai genitori.

Mentre tutto ciò accade
La Ragioneria Generale dello Stato (Ministero dell’Economia e Finanze) nel “RAPPORTO SULLA SPESA delle Amministrazioni centrali dello Stato, Ministero dell’Istruzione , dell’Università e della Ricerca del 2009” denuncia a pag. 289:
“ Le difficoltà nella programmazione finanziaria e la circostanza di una forte penalizzazione in termini di stanziamenti negli anni più recenti hanno determinato:
- un ricorso a variazioni in corso d’anno volte ad integrare gli stanziamenti iniziali……..
- un accumulo di debiti fuori dal bilancio dello Stato, che gravano sui bilanci scolastici, tipicamente per alcune voci di spesa come le supplenze brevi e i compensi per gli esami di Stato.
Secondo i dati riportati anche nella Relazione della Corte dei Conti sul rendiconto generale dello Stato 2007, prima dell’istituzione dei “capitoloni”, la situazione di sofferenza delle scuole aveva generato a fine 2006 una consistenza debitoria pari a circa 1.033 milioni di euro, dei quali circa la metà nel solo 2006. Restavano per contro giacenti nelle contabilità speciali destinate alle stesse scuole oltre 1.373 milioni di euro. Per arginare li problema andatosi cumulando negli anni, ol Ministeroaveva disposto un trasferimento delle risorse giacenti in contabilità speciale per ripianare i debiti delle istituzioni scolastiche(Decreto Ministeriale n.280 del 26 marzo 2008).
Rimane da indagare perché a fronte di tale misura, e della successiva centralizzazione dei trasferimenti alle scuole, permangano squilibri rilevanti nei bilanci sia in termini di cospicui avanzi di amministrazione , sia in termini di residui attivi per le supplenze brevi ed esami di Stato e, a volte, per esercizi finanziari lontani nel tempo.
La stessa relazione prosegue alla pag,290:
“…è nota la presenza di un cospicuo ammontare complessivo di avanzi di amministrazione (periodicamente evidenziati dall’attività di revisione dei bilanci scolastici e da acune verifiche effettuate dall’IGF/S.I.FI.P. Settore III, anche in connessione con la problematica dell’appoggio di fondi da parte degli Uffici Scolastici Regionali come discusso nel paragrafo7.2.5). Il fenomeno potrebbe essere attribuito in parte allo sfasamento temporale tra anno scolastico ed esercizio finanziario, ma vi sono motivi di supporre che la non regolarità delle rate e l’incertezza sull’ammontare delle risorse future generi anche incentivi a rallentare la destinazione delle risorse per le future evenienze.”

COSI’ STANDO LE COSE
Cosa aspetta il Ministro a riparare gli ingenti danni e le illegalità in cui sta incorrendo l’intero sistema scolastico: interruzione di pubblico servizio, mancato pagamento dei lavoratori precari, insicurezza nelle scuole a causa del sovraffollamento delle classi, tagli tra il 10 e il 20% dell’orario scolastico delle classi di ogni ordine di scuola, impossibilità di svolgere le attività alternativa alle ore d’Insegnamento della Religione Cattolica…?
Cosa aspetta il Ministro Gelmini a dimettersi per la dimostrata incapacità a gestire anche solo sul piano contabile e amministrativo il sistema scolastico nazionale?