sabato 26 giugno 2010

IL TAR DEL LAZIO SOSPENDE L'EFFICACIA DELLE CIRCOLARI DELLA GELMINI SULLE ISCRIZIONI NELLE SCUOLE SECONDARIE, SUGLI ORGANICI DI OGNI ORDINE E GRADO E

I provvedimenti del Governo sulla scuola non solo distruggono la scuola pubblica con un taglio di 8 miliardi di euro, di 87.000 posti di insegnamento e di 45.000 posti di personale non insegnante, ma sono illegittimi.
Il TAR del LAZIO, con ordinanza n. 1023 del 25-6-10, ha accolto la richiesta dei legali dei ricorrenti, Maria Virgilio e Corrado Mauceri e ha disposto la sospensione dei provvedimenti impugnati ed ha ordinato al Ministro di depositare nel termine di quindici giorni una " documentata relazione che riferendo sui fatti di causa, controdeduca puntualmente sui motivi dedotti con il ricorso".
Il TAR ha rinviato al 19 luglio la prossima udienza per decidere se confermare o meno la sospensione dei provvedimenti impugnati.
La sospensione comporta che fino a quella data tutte le operazioni sull’organico e i relativi trasferimenti del personale perdente posto e quelle sulle iscrizioni sono congelate. La serie di illegittimità compiute dal Ministro, che – usando circolari come fossero leggi - ha forzato tempi e procedure della riforma al solo scopo di incassare i tagli di spesa , ha messo nel caos le scuole e mette a rischio l’inizio regolare del prossimo anno scolastico.
L’arroganza del Ministro è giunta fino al punto da non partecipare all’udienza davanti al TAR del 24 giugno, neppure presentando memoria scritta.Il ricorso è stato presentato da 755 docenti, genitori, personale Ata, studenti, unitamente al Comitato Nazionale per la scuola della Repubblica, al Comitato Bolognese Scuola e Costituzione e al Crides di Roma, ed è stato organizzato dai Coordinamenti scuole superiori di Roma, Bologna, Firenze, Pisa, Padova, Vicenza, Parma, Modena, Ferrara, Milano nonché dal Tavolo regionale della Toscana per la difesa della scuola statale.Il danno derivante dalla operazione governativa è gravissimo. I genitori hanno dovuto procedere all’iscrizione dei figli alle prime classi dei nuovi indirizzi per l’a.s. 2010/11:
senza conoscere i programmi di studio
sulla base del piano dell’offerta formativa dello scorso anno che gli Istituti non sono stati in grado di aggiornare, in mancanza dei programmi e dei regolamenti definitivi;
gli iscritti alle prime classi dei professionali non hanno alcuna garanzia che gli istituti statali siano in grado di offrire la qualifica professionale triennale finora prevista, visto che la competenza al riguardo è soggetta alle decisioni delle singole Regioni.
I genitori e gli studenti già iscritti agli istituti tecnici e professionali e che frequenteranno le prossime classi seconde terze e quarte si troveranno a loro insaputa dal prossimo settembre l’orario ridotto da 2 a 4 ore. Essi sono stati iscritti d’ufficio alla classe successiva senza essere informati del cambiamento e senza conoscere le materie soggette alla riduzione d’orario.
I Collegi dei docenti sono stati impossibilitati a definire un nuovo piano dell’offerta formativa:
i nuovi indirizzi di studio sono stati imposti tramite pubblicazione sul sito del Ministero nel mese di marzo. In tal modo è stato impedito agli Istituti di avanzare le loro motivate proposte di modifica delle confluenze fra gli indirizzi del vecchio e del nuovo ordinamento, come pure previsto dall’art.13 c.5 del regolamento di revisione dei Licei;
i Collegi non sono stati in grado di definire il loro nuovo piano dell’offerta formativa da presentare ai genitori all’atto dell’iscrizione;
è stato imposto ai Collegi l’adozione dei libri di testo entro il 31 maggio per le nuove classi prime senza che fossero definiti i nuovi programmi (Indicazioni per i Licei, Linee guida per i Tecnici e Professionali), che sono stati modificati più volte e sono ancora in via di pubblicazione definitiva. Molti collegi hanno rifiutato di deliberare al riguardo, altri hanno adottato testi improvvisati e definiti in base alle prime bozze dei programmi, che sono state poi profondamente modificate anche in seguito al parere del CNPI e delle Associazioni professionali.
E’ incerto a quali insegnanti verrà affidato l’insegnamento delle discipline introdotte dai nuovi ordinamenti e non previste dai precedenti.
Sono in enorme ritardo le operazioni di definizione dell’organico e quindi quelle di mobilità; in questo momento sono in fase di definizione quelle della sola scuola primaria.
I docenti si troveranno trasferiti d’ufficio sulla base di un organico basato per il prossimo anno su classi di concorso "atipiche" ovvero di classi prodotte da una commistione fra le vecchie classi e quelle previste dal regolamento di revisione, previsto dal comma 3 dell’art. 64 della Legge 133/08, che risulta approvato dal CDM il 12/06/09, ma è rimasto congelato nel suo iter.
In tal modo alcune graduatorie verranno penalizzate dall’unificazione con altre.
I testi dell’ordinanza, dei motivi aggiunti, del ricorso e la memoria depositata sono disponibili all’indirizzo

www.scuolaecostituzione.it

sabato 19 giugno 2010

La maternità secondo la Gelmini e secondo le donne lavoratrici

Gentile Ministra Gelmini,

L’altro giorno, leggendo l’intervista da Lei rilasciata al Corriere della sera, in cui dichiarava che L’ASTENSIONE OBBLIGATORIA DOPO IL PARTO è un privilegio, sono rimasta basita.
Che d’educazione Lei capisca ben poco, risulta lampante da tempo anche a chi non ha conseguito una laureain pedagogia (che io possiedo e lei no) o tre corsi post lauream (che io possiedo e lei no), visto quello che sta combinando alla scuola statale.
Ma ci si illudeva che almeno capisse qualcosa di legge, essendo lei avvocato (ed io no). Certo, il fatto che Lei, ora paladina della regionalizzazione, si sia abilitata in “zona franca” (in quel di Reggio Calabria), perché lì la cosa era “più facile” (come da lei affermato con una ingenuità francamente imbarazzante), lo lasciava ampiamente supporre.
E allora, prima le faccio una piccola lezione di diritto, e poi parleremo d’educazione.
L’astensione dopo il parto, sulla quale Lei, oggi, con tanta leggerezza disputa e sputa, non è una gentile concessione, ma un diritto insindacabile e non negoziabile, che si colloca nel novero di quei diritti fondamentali per i quali donne molto più in gamba di Lei e di me hanno combattuto strenuamente, a tutela delle lavoratrici madri.
Altra cosa, invece, è il congedo parentale, di cui si può usufruire, a partire dai primi tre mesi di vita del lattante e fino al compimento degli 8 anni, per un totale di 180 giorni, di cui i primi 30 retribuiti al 100% (solo al 30%, invece, se “spesi” entro i primi 3 anni di vita del bambino e non retribuiti per nulla, infine, se fruiti oltre il limite dei 3 anni).
Il discorso, ovviamente, vale se parliamo di “lavoro”, nella sfera del quale sono riconosciuti, appunto, i succitati diritti: per le persone come lei, con un reddito di oltre 150.000 euro l’anno, pari quasi a quello del governatore della California, Arnold Schwarzenegger, parlare di “retribuzione”, invece, è risibile (ma il riso è molto amaro).
Ovviamente lei ha difficoltà persino ad immaginare - perché può permettersi tate, tatine e nido “aziendale” al ministero - che LA GENTE NORMALE , nelle cui difficoltà dice di compenetrarsi, debba fare i conti con file d’attesa interminabili per nidi insufficienti e con costi per “baby sitter” superiori al proprio stipendio.
Voglio dirle una cosa però - consapevole che le mie affermazioni susciteranno più clamore delle sue -, DA PEDAGOGISTA E DA ESPERTA: usufruire dell’astensione OBBLIGATORIA è un DOVERE morale prima che sociale. Come vede ho più volte insistito sull’idea di "dovere", che già di per sé dovrebbe suggerirLe qualcosa.
Ma mi spiego meglio: Lei, come tante donne, crede che l’essere madri “biologicamente” (nel suo caso solo da 10g, anche se Lei ben prima di diventarlo era già una luminare della pedagogia del luogo comune), determini di per sé l’acquisizione delle competenze necessarie a pontificare sull’educazione e lo sviluppo del bambino, temi ai quali grandi studiosi hanno dedicato anni di studi.
Ma io Le comunico una notizia-bomba: per parlare di pedagogia (oggi chiamata più propriamente SCIENZA DELL’EDUCAZIONE), bisogna avere competenze specifiche, che, per quanto si evince dalle sue dichiarazioni, non possono esserLe certo attribuite.
Le potrei parlare della teoria sull’attaccamento di Bowlby, dell’imprinting e di altre categorie e funzioni etologiche, ma non voglio confonderLe le poche e ben confuse idee che possiede, per cui La rimando ad esempi facilmente accessibili.
Basta guardare il regno animale, infatti, per rendersi conto del fatto che le mamme non si allontanano mai dai piccolini e che dedicano loro attenzione e cura massime FINO ALLO SVEZZAMENTO (che per i bambini si verifica dopo 5 mesi dalla nascita).
Non è una legge dell’uomo: è della natura. Fare un figlio, infatti, implica delle responsabilità precise: è una scelta di vita CHE, SE CAMBIA IL COMPORTAMENTO ANIMALE, A FORTIORI DEVE CAMBIARE LA VITA DEI GENITORI.
Sbaglia chi crede che l’arrivo di un figlio non debba comportare mutamenti nella propria vita. Un bambino non chiede di nascere; fare un figlio non è un capriccio da soddisfare, ma una scelta che implica dono di sé e del proprio tempo.
Non sono i figli che devono inserirsi nella nostra vita: siamo noi che dobbiamo cambiarla per renderla conforme alle loro esigenze. Se non facciamo questo, rischiamo di condizionare negativamente la formazione dei bambini, che potrebbero crescere privi di autostima e con scarsa sicurezza nei propri mezzi, affamati di quelle attenzioni che avrebbero dovuto ricevere nel momento in cui ne avevano massimo bisogno, cioè nei primi mesi di vita.
L’idea che non capiscano, che non percepiscano, ad esempio, la differenza tra il seno materno e il biberon della tata, è solo nostra. Con ciò non si vuol certo dire che tutti bambini allattati artificialmente o i cui genitori tornino subito a lavoro saranno dei disadattati, ma bisogna fare del nostro meglio per farli crescere bene, come quando in gravidanza si assume l’acido folico per prevenire la “spina bifida”.
I bambini hanno nette percezioni, già nel grembo materno. L’idea, ad esempio, che se piangono non si debbano prendere in braccio “perché si abituano alle braccia”, è uno stolido luogo comune.
Le “abitudini” maturano dopo i 6 mesi; fino ad allora, è tutto amore. Non è un caso che studi recenti abbiano riabilitato il cosleeping, (dormire nel lettone), e che i migliori pediatri sostengano l’opzione dell’allattamento a richiesta.
Il volere irreggimentare i bambini, il volerli inquadrare, come soldati, già dai primi giorni, non è solo antisociale - perché una generazione cresciuta senza il rispetto dei suoi ritmi può essere inevitabilmente compromessa -, ma è contrario alle più elementari regole umane e naturali.
Possiamo poi discutere del fatto che molto spesso le donne sono costrette a ridurre il loro apporto affettivo perché non possono regredire in una posizione lavorativa faticosamente conquistata, ovvero del fatto che tornare a lavorare per molte donne è una necessità.
Ma riguardo a ciò dovrebbe intervenire massicciamente lo Stato, e non certo con affermazioni come le sue!
Mi rendo conto che il suo lavoro Le permette di lasciare la bambina, di rilasciare interviste (di cui né noi né altri sentono la necessità), e di tornare poi da Sua figlia, il che falsa parecchio le sue prospettive, ma ci sono lavori che richiedono fatica fisica e mentale, entrambe a Lei sconosciute, che sarebbero inevitabilmente tolte al neonato, che ha bisogno di una mamma “fresca”, che gli dedichi la massima attenzione.
Noi donne, infatti, siamo chiamate a trasformarci in “Wonder Women”, e necessariamente diveniamo vittime della sindrome da sovraffaticamento.
Non si può dire, poi che è più importante la qualità che la quantità, per due ordini di motivi:
1) Perché la qualità del tempo di una donna madre da pochi giorni che rientri nel tritacarne della routine quotidiana e che si trovi a gestire il nuovo carico di responsabilità che il neonato comporta, può essere fortemente compromessa
2) Perché un bambino non dovrebbe scegliere tra qualità e quantità, almeno nei primi mesi: dovrebbe avere entrambi. Per non parlare poi del fatto, che se un genitore non può permettersi qualcuno che gli tenga il bambino in casa, negli spostamenti, etc., lo esporrà, con un bagaglio immunologico ancora carente, a sbalzi di temperatura o agli inevitabili rischi di contagio presenti in un nido.
Infatti, è scientificamente provato che i bambini che vanno al nido troppo presto o che non vengono allattati al seno sono più soggetti ad ammalarsi, con danno economico sia per le famiglie che per il sistema sanitario. Si può obiettare, per carità, che ci sono bambini che si ammalano anche in casa, ovvero che succeda anche ai bambini allattati al seno, ma sarebbe come dire al proprio medico che, essendoci in famiglia un nonno fumatore vissuto 100 anni, resta dimostrato che il fumo non fa male!
Bisogna dunque incentivare i comportamenti da genitore virtuoso anche con la consapevolezza che i bambini non sono funzioni matematiche, e che si può fare molto per favorire una crescita armoniosa già dalla prima infanzia, se non addirittura dalla gravidanza.
Per questo Le domando, Signora, Ministro senza alcun merito, di svolgere il suo ruolo istituzionale importante con maggiore serietà, cercando di evitare “sparate” fuori luogo come quella oggetto di questa contastazione (equiparabile a quella dell’ineffabile Bossi, relativa alla convinzione che studiare non è poi così importante, come dimostra la brillante “carriera” politica del figlio Renzo!) e mostrando maggiore consapevolezza del suo essere una “miracolata”.
Proprio come tale, anzi, Lei dovrebbe impegnarsi nello studio e vagliare attentamente ciò che afferma, per evitare cadute di tono e stile, nonché dichiarazioni irritanti e capaci di fomentare ostilità, con grave danno per il paese e per la scuola.
Qualcuno ha pensato che, tutto sommato, il suo è un ministero poco importante, e che porre alla sua guida un giovane ministro senza competenze specifiche “non poteva arrecare grossi danni”, soprattutto se il ministro avesse obbedito ciecamente ai dettami del Tesoro; Lei, però, con la sua presunzione di voler parlare di cose che non conosce, sta contribuendo allo sfascio delle generazioni future mettendoci pure del suo!
... Un’ultima cosa: Lei che di privilegi se ne intende bene, impari ad usare questa parola con maggior pudore!

Rosalinda Gianguzzi

mercoledì 16 giugno 2010

Pubblicati in Gazzetta i regolamenti di riforma delle superiori

Entrano in vigore dal 16 giugno e avranno graduale attuazione s ettembre a cominciare dalle prime classi


Sulla Gazzetta Ufficiale di ieri, n. 137 del 15 giugno 2010, supplementi ordinari, sono stati pubblicati i tre regolamenti di attuazione della riforma delle superiori, che avevano ricevuto nelle settimane scorse (1° giugno) l'ok di registrazione da parte della Corte dei Conti.

I tre regolamenti, dopo una lunga procedura consultiva iniziata un anno fa, erano stati adottati definitvamente a febbraio 2010 dal Consiglio dei minsitri e poi emanati nel marzo scorso dal Capo dello Stato sotto forma di DPR. In Gazzetta i tre DPR sono ora sono anche identificati con numerazione progressiva.

Il Regolamento di riordino degli istituti professionali è contenuto nel DPR 15 marzo 2010, n. 87; il Regolamento di riordino degli istituti tecnici nel DPR 15 marzo 2010, n. 88, e quello di riordino dei lice è contenuto nel DPR 15 marzo 2010, n. 89.

I tre regolamenti di riforma della scuola secondaria superiore entrano in vigore da oggi 16 giugno e, come è noto, troveranno graduale attuazione a cominciare dalle prime classi del prossimo anno scolastico.

Con la pubblicazione di ieri sono complessivamente sette i regolamenti di riforma del sistema di istruzione varati in questi due anni di mandato del ministro Gelmini.

Per una strana coincidenza il numero del DPR relativo al regolamento dei licei è l'89, esattamente uguale a quello che un anno fa è stato emanato per il riordino del primo ciclo e delle scuole dell'infanzia.

tuttoscuola.com martedì 15 giugno 2010

giovedì 10 giugno 2010

DANNEGGIATA GRAVEMENTE LA SCUOLA DI TUTTI

di Osvaldo Roman
Dopo il primo anno di attuazione dei provvedimenti governativi riguardanti la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado e in vista dell’entrata in vigore di quelli che per la scuola secondaria superiore si realizzeranno nel prossimo anno scolastico 2010-2011, già si vedono gli effetti devastanti causati dall’attacco portato da questo Governo alla qualità dell'istruzione nel nostro paese e di fatto al nostro futuro. Ulteriori gravi colpi saranno prodotti dalla manovra Tremonti in via di discussione ed approvazione alle Camere.
L’anno scolastico in corso è infatti iniziato nel segno dei massicci licenziamenti di personale docente e ATA conseguenti ai pesanti tagli degli organici, accompagnati dalla riduzione degli orari di insegnamento e dalla sottrazione delle risorse finanziarie un tempo disposizione delle singole istituzioni scolastiche
Si tratta delle conseguenze, già più volte denunciate dal Pd, dai sindacati e da tanta parte della società civile, di una aggressione senza precedenti alla Scuola pubblica, che viene così privata delle garanzie necessarie perché possa offrire un’istruzione efficace e di qualità, sferrata da questo Governo sin dall'inizio del proprio mandato a cominciare con i tagli previsti dal decreto legge 112/08 e dalla legge finanziaria 2008.
Quando ci si richiama alle scelte realizzate nei due anni dell’ultimo governo Prodi occorre ricordare che in quella la legge finanziaria c’era il piano triennale per l’immissione in ruolo di 150 mila precari. E’ pura malafede oggi dimenticarlo e distaccarlo dalla manovra di allora.
Riguardo ai tagli Tremonti Gelmini é bene ricordare che per l’anno scolastico 2009 -2010 si è trattato di 42.105 posti di docente e di 15.167 posti di Ata ad essi hanno corrisposto i licenziamenti di 18mila precari docenti e di 8 mila A.T.A. per un totale di 26 mila precari licenziati. Il pesantissimo taglio di personale previsto dall’art.64 della legge n. 133/2008 proseguirà con i conseguenti effetti di bilancio nei prossimi due anni riguardando per l’a.s. 2010/11: 25.560 docenti
e 15.167 ATA; per l’a.s. 2011/12: 19.676 docenti e 14.167 ATA.
Nei tre anni previsti si realizzerà un taglio di circa 8 mld sulle spese per l’istruzione (7, 832 mld per l’esattezza) e di circa 132.000 posti negli organici del personale (87.400 insegnanti e 44.500 personale ATA).
L’anno finanziario 2010 sopporterà dunque una doppia riduzione dovuta all’effetto degli 8/12 della riduzione dell’organico 2009-10 e dei 4/12 dell’organico 2010-11. Così nell’anno finanziario 2010-11 confluiranno gli effetti delle riduzioni dei tagli riguardanti gli 8/12 del 2010-11 e dei 4/12 del 2011-12.
E’ bene infine ricordare, perché la questione e davvero indicativa di quello che intende Berlusconi per “regole” e per governo del “fare” che tutto lo sconquasso attuato nell’ordinamento del nostro sistema di istruzione, tutta la manomissione dello stesso che si sta realizzando in questi anni dipende da una progettazione e da una indicazione legislativa di poche righe che si può così riassumere:
In base all’art.64 della legge 133/08 al comma uno si fissa il criterio di riduzione dei docenti sopra ricordato:.” Ai fini di una migliore qualificazione dei servizi scolastici e di una piena valorizzazione professionale del personale docente, a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010, sono adottati interventi e misure volti ad incrementare, gradualmente, di un punto il rapporto alunni/docente, da realizzare comunque entro l'anno scolastico 2011/2012, per un accostamento di tale rapporto ai
relativi standard europei tenendo anche conto delle necessità relative agli alunni diversamente abili.”
Al comma 4 dello stesso articolo,alla lettera b), si stabilisce il “contenuto” della riforma:
“b) ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali”.
Accortisi che tali formulazioni non indicavano niente in particolare per la scuola primaria nel successivo decreto, poi legge n°169/08.all’art.4 al comma 11 viene stabilito che ” nei regolamenti, di cui all’art, 64, comma 4, della legge 133/08, si preveda che ”le istituzioni scolastiche costituiscano classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di 24 ore
settimanali”.
La situazione delle scuole e del personale scolastico è già molto compromessa con il prossimo anno scolastico diventerà ancora più grave:
· Migliaia di docenti precari/e sono o diventeranno senza lavoro.
· È aumentato e aumenterà ulteriormente il numero di alunne/i per classe impedendo così l'apertura di numerose classi della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, di conseguenza non verranno più rispettate le norme di sicurezza
nelle aule scolastiche.
· Non c’è più nessuno nelle scuole che possa sostituire i colleghi assenti: studentesse e studenti rimangono sole/i o sono ridistribuite/i nelle altre classi con un evidente e profondo impoverimento della qualità dell’insegnamento, nonché l’assoluta
impossibilità di gestire logisticamente e con professionalità gli studenti.
· Sono state ridotte le ore di lezione nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado (in particolare, in quest'ultimo ordine di scuola, sono state pesantemente ridotte le ore di insegnamento di lettere e di tecnologia).
· Il tempo pieno quale sistema metodologico di didattica di qualità è stato snaturato mediante la soppressione delle ore di compresenza.
· Numerosissime classi di scuola dell'infanzia non sono o non verranno attivate, per mancanza di organico o di specifici finanziamenti, lasciando a casa decine di migliaia di bambini e bambine, impedendo loro una utile socializzazione in una età
così particolare e bloccando di fatto la possibilità di lavoro a centinaia di donne.
· Nella scuola primaria sono stati drasticamente ridotti gli insegnanti specialisti di lingua inglese e necessariamente sono stati assegnati ambiti di insegnamento a docenti che in precedenza non li avevano mai affrontati, o che non li gestivano da
molti anni. Il Ministro Gelmini, pervicacemente e tenacemente, non ne ha tenuto alcun conto, in spregio ai bambini e alle bambine e ai loro diritti e bisogni formativi.
· Nella scuola primaria le classi a ‘tempo normale’non hanno più la struttura precedente di team ma una configurazione che si sta dimostrando dall’efficacia improbabile ( ad esempio 9 ore ad un insegnante, 4 a un altro, 7 a un altro, 2 ad un altro ancora….di cui gli ultimi tre intervengono in una o due altre classi non parallele o contigue, solo in relazione ad una logica puramente ragionieristica di completamento dell'orario di permanenza presso la scuola).
· In tali classi non è previsto un solo minuto di compresenza/contemporaneità: né per laboratori o recuperi o arricchimenti, né per supporto ad alunni disabili con sempre meno ore di sostegno, né per attività alternative o insegnamento dell’italiano agli
stranieri, né per le supplenze dei colleghi assenti.
· il tempo prolungato nella secondaria di primo grado non è assolutamente stato consentito a 40 ore, nonostante gli “spot pubblicitari” del Governo che ne avevano garantito la concessione, sono inesistenti le ore di attività alternative all' insegnamento della religione cattolica; il ritorno ai voti ha stravolto il clima relazionale e la didattica nelle scuole.
· Molte classi in scuole di piccoli comuni di montagna e delle piccole isole non sono state riaperte o sono state accorpate a quelle dei comuni più vicini, obbligando così i ragazzi/e a percorrere ogni giorno numerosi chilometri spesso in situazioni
estremamente disagiate.
· Nella scuola secondaria di secondo grado gli insegnanti sono stati ridotti a causa dell'obbligo di costituire tutte le cattedre di insegnamento a 18 ore; ciò va ad incidere sulla qualità della didattica e dell'offerta formativa anche con negative ripercussioni sull'organizzazione della composizione delle cattedre interne alla scuola a detrimento della qualità dell'insegnamento.
· Non sono state attivate le sezioni primavera, efficace e lungimirante sperimentazione avviata dal Ministro Fioroni durante il Governo Prodi, che consentivano di coprire il segmento dai 18 ai 36 mesi di età dei bambini e delle bambine con strutture specializzate per quella fascia di anni e che permettevano un reale inserimento delle donne nel mondo del lavoro
· Le nostre scuole sono piene di debiti e non riescono più a garantire un servizio di qualità, dall'ottobre del 2008 non hanno più ricevuto fondi per il proprio funzionamento, e si sono viste ridutrre drasticamente quelli per le supplenze, per l'offerta formativa, per il supporto alla autonomia, per l'implementazione di una feconda ricerca/azione che genera crescita culturale di istruzione e di innovazione.
Sono stati accreditati pochi spiccioli per i corsi di recupero obbligatori che hanno funzionato con orari ridotti ed accorpati per più ambiti disciplinari.
· E’ stata effettuata la prima tranche di tagli lineari al personale ausiliario tecnico ed amministrativo a cui se ne aggiungerà una analoga (di 15.000 posti) per il prossimo anno scolastico. A causa di ciò i ragazzi e le ragazze rimarranno nei plessi scolastici
senza alcuna sorveglianza, numerose scuole avranno difficoltà persino nell'apertura e nella chiusura dello stabile e nel mantenimento di una dignitosa pulizia dello stesso. Le segreterie dovranno effettuare orari ridotti a causa della mancanza di
personale e i laboratori delle scuole, spesso modelli di tecnologia per i notevoli investimenti ivi effettuati, rimarranno chiusi a causa della mancanza di assistenti tecnici
· Non sono stati rifinanziati i piani per l'edilizia scolastica che il Governo Prodi aveva previsto nel triennio 2007-2009 al fine di attivare un lungimirante piano pluriennale, di concerto con le regioni, per la messa a norma e la modernizzazione dei nostri
plessi scolastici. Solo di recente sono stati impegnati, ma non ancora assegnati, 358 milioni dei 1.000 previsti nel mese di marzo 2009 dalle delibere CIPE che hanno sottratto al Sud i FAS stanziati dal governo Prodi per ridurre le differenze di
sviluppo in quelle regioni anche nelle strutture scolastiche.
· Con i regolamenti riguardanti la scuola secondaria superiore, che entrano in vigore nell’anno scolastico 2010-11 si mortifica gravemente l’assetto dell’istruzione tecnica e professionale impoverendone i curricoli specialmente con riferimento alle attività
di laboratorio.
· La licealizzazione del restante settore degli studi secondari superiori comporta l’indiscriminata eliminazione di tutte le sperimentazioni e l’impoverimento dei diversi curricoli formativi.
· L’educazione degli adulti viene fortemente ridimensionata soprattutto con l’esclusione in un momento difficile per le pratiche di integrazione, di gran parte degli immigrati che fino a quest’anno la frequentavano.
LE MALEFATTE E LE BUGIE DELLA GELMINI
1. Più studenti meno Insegnanti e ATA
E’ un dato di fatto inoppugnabile che nella scuola nell’anno scolastico 2009-10 ci sono stati più studenti e meno personale docente e ATA
Gli studenti passano dai 7.768.506 dell’a.s. 2008-09 ai 7.805.947 del 2009-10
I Docenti da 730.566 a 703.185
Gli Educatori da 2.451 a 2.291
Gli ATA da 251.628 a 236.451
2) Il tempo pieno
Fino a quando non saranno resi noti i dati riguardanti la fine che hanno fatto nell’a.s. 2009-2010 quel 20,2% di classi funzionanti, nei TEAM dell’anno 2008-2009, con un orario fra le 31 e le 39 ore settimanali, non si potrà sapere quante di queste, con o senza mensa, sono state spacciate per tempo pieno.
Un comunicato ministeriale di qualche mese fa sosteneva che le classi a tempo pieno,il prossimo anno sarebbero arrivate a 37.275. Rispetto al 2009-10 aumenterebbero di 782 unità aggiungendosi alle 2176 classi aumentate quest’anno rispetto al precedente. In realtà sembra molto difficile che ciò corrisponda a verità.
Ciò in quanto nel conteggio delle classi a 40 ore sono state considerate classi già funzionanti nei TEAM con orario tra le 31 e le 39 ore. Il Miur rispondendo ad un’interrogazione il 12/10/2009 dichiarava di non conoscere i dati del 2009-10 in corso di raccolta. Oggi al ministero danno gli aumenti per il prossimo anno senza ancora comunicare la situazione complessiva di quello in corso.
Come serietà di documentazione non c’è male!
Il MIUR sostiene che nel 2009-10 le classi a tempo pieno sono aumentate dell’8%. interessando circa 50.000 alunni. In realtà ,stando ai dati ufficiali si deve ritenere che nell’anno scolastico 2009-10 l’eliminazione dei TEAM da 31 fino a 39 ore ha comportato l’aumento del 6,38% delle classi a 40 ore settimanali (57.000 alunni) con la contestuale eliminazione di circa 160.000 ore di lezione(450.000:25X9= 160.000) alla settimana riguardanti circa 450.000 alunni.(5.280.000 ore di lezione in meno nel 2009-10).
Per il prossimo anno le notizie che provengono dalle province presentano una situazione di riduzione delle classi a tempo pieno nella scuola primaria che le circolari degli Uffici scolastici provinciali propongono di rimpiazzare in parte utilizzando le 4 ore di compresenza sottratte al Tempo pieno. Dieci insegnanti per classe questo è il maestro unico della Gelmini!

Per l’anno 2007-08 e per il 2008-09 i dati provengono da fonte Miur. Nel 2008-09 non risultano ancora pubblicati ufficialmente al pari di quelli riguardanti l’anno 2009-10.
Il MIUR sostiene che nel 2009-10 le classi a tempo pieno sono aumentate dell’8%. interessando circa 50.000 alunni. In realtà, stando ai dati forniti dal ministero, si deve ritenere che nell’anno scolastico 2009-10 l’eliminazione dei TEAM da 31fino a 39 ore ha comportato l’aumento del 6,38% delle classi a 40 ore settimanali (57.000 alunni) con la contestuale eliminazione di circa 160.000 ore di lezione(450.000:25X9= 160.000) alla settimana riguardanti circa 450.000 alunni. (5.280.000 ore di lezione in meno nel 2009-10).
3) Il maestro unico.
Il maestro unico di cui alla legge 169/08…..…..non esiste!
Il ministro Gelmini si riempie continuamente la bocca con il termine maestro unico. I comunicati ministeriali parlano di “maestro unico-prevalente” che sarebbe presente in tutti i modelli orari esistenti. Il ministro, o chi per lui, fa molta confusione e racconta molte bugie. Probabilmente si verificherà uno strano paradosso: uno dei motivi per cui il Regolamento sul primo ciclo non attua la legge 169/08 è perché esso in esso non si parla più del maestro unico. Non si parla più del maestro unico con 24 ore di lezione settimanali la cui figura giuridica doveva essere definita in sede contrattuale. Oggi in Italia non esiste un solo maestro unico che corrisponda ai dettami della legge Gelmini. Si legga l’art.4 della medesima legge per rendersene conto!
La Gelmini e i suoi consiglieri paraministeriali parlano di maestro unico prevalente e sostengono che su questa figura dovrebbe imperniarsi l’organizzazione didattica delle classi con 24,27,30 e 40 ore settimanali di lezione.
Nella scuola primaria la riduzione delle compresenze, tanto nel tempo pieno quanto nell’organizzazione modulare del team di 3 docenti su due classi, produrrà gravi conseguenze sul piano della continuità didattica (milioni di studenti non hanno più avuto gli insegnanti che li avevano seguiti nel precedente anno scolastico) e, quindi, della qualità del processo di
insegnamento-apprendimento;
Analoghe conseguenze si sono avute nella scuola secondaria di primo grado: la diminuzione delle ore di italiano, di tecnologia e , in molti casi, della seconda lingua comunitaria, ha determinato non solo la riduzione del tempo scuola ma ha avuto inevitabili ricadute sul piano dello sviluppo delle conoscenze dei nostri ragazzi, sono inoltre diminuite le ore di italiano, di tecnologia e, in molti casi, della seconda lingua comunitaria.
Si è aggravato il problema della gestione degli studenti che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica poiché è in aumento in ogni ordine di scuola la mancata organizzazione delle attività didattiche e formative alternative al detto insegnamento. Su questo argomento si è recentemente pronunciato, con una propria Sentenza, il Consiglio di Stato che ha richiamato il MIUR al rispetto degli impegni che gli derivano dal Concordato.
L’incremento del numero di alunne/i per classe, provocato dalla volontà di impedire l’apertura di numerose classi della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, ha avuto conseguenze gravi sulla qualità didattica ed sui livelli di apprendimento, e ha prodotto un diffuso mancato rispetto delle norme di sicurezza nelle aule scolastiche. Il Decreto interministeriale che indicava le scuole con caratteristiche di precarietà nella capienza delle aule, e pertanto da esentare ai fini della riduzione del numero di alunni per classe, è stato tenuto nascosto ben oltre l’inizio dell’anno scolastico, consentendo così che venisse elusa una delle più significative previsioni del Regolamento sulla razionalizzazione della Rete scolastica
Si deve anche considerare che nella scuola per l’infanzia si è annullata l’importante esperienza delle classi primavera e non sono state attivate numerose sezioni la dove venivano richieste.
4. Il personale precario
Le 16 mila nomine a tempo indeterminato, 8 mila docenti e 8 mila ATA (ben inferiori alla tranche annuale di 50 mila docenti e 10 mila ATA del piano triennale di immissione in ruolo previsto dalla Finanziaria 2007 e mai abrogato dal presente Governo), realizzate nell’anno scolastico 2009-10, non hanno coperto tutti posti lasciati liberi dai pensionamenti. Non risulta al momento definita la questione delle nomine a tempo indeterminato per il prossimo anno scolastico che potrebbero
ricadere nei divieti posti dal decreto legge 78/10 Inoltre, va ricordato che nell’anno scolastico 2009/10 vi sono stati migliaia di incarichi annuali coperti da lavoratori precari destinati al licenziamento nei prossimi anni per ottemperare al
pesantissimo taglio di personale previsto dall’art.64 della legge n. 133/2008 (per l’a.s. 2010/11: 25.560 docenti e15.167 ATA; per l’a.s. 2011/12: 19.676 docenti e 14.167 ATA). Peraltro, la legge di assestamento del bilancio 2009 ha definito ulteriori massicci tagli alla spesa per gli incarichi a tempo determinato, che si è ridotta complessivamente di 577.064.995 euro. Con tale riduzione, che risulta aggiuntiva rispetto a quella di 456 milioni già operata in attuazione dell’art. 64
della legge n. 133/2008, si sono provocate serie difficoltà nella corretta retribuzione di quanti comunque hanno ricevevuto un incarico annuale.
I precari della scuola, docenti e ATA, sono in numero ben maggiore ai 26 mila che non sono stati confermati nell’anno scolastico che sta concludendo: secondo le stime ufficiali del Miur, relative all’anno scorso, i docenti con incarico a tempo determinato erano stati ben 131 mila. Quelli inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, dopo le ultime 8.000 nomine a t.i, sono circa 200.000. Questi dati non rappresentano solo l’ avvilente incertezza per il futuro professionale dei lavoratori coinvolti, ma
denunciano anche la mancata continuità didattica che viene negata a migliaia di studenti.
Di fronte a questa realtà la Lega Nord ha presentato alla Camera una proposta di legge che, in un
quadro di federalismo dai connotati autoritari e separatisti, elimina le graduatoria ad esaurimentodei docenti precari per sostituirle con un reclutamento localistico e discrezionale attuato sotto un pesante controllo politico che non ha riscontri neppure nel vituperato settore della sanità.
I contratti di disponibilità
La soluzione realizzata con i cosiddetti “contratti di disponibilità” si è dimostrata del tutto insufficiente, poiché se da un lato ha sostituito di fatto i limitati ammortizzatori sociali già operanti nel passato anche per il personale scolastico, dall’altro non ha salvaguardato la risorsa docente e al contrario ha creato discriminazione tra i precari, dato che la priorità per le supplenze brevi, offerta esclusivamente a coloro che lo scorso anno sono stati destinatari di una supplenza annuale, ha sottratto le uniche opportunità di impiego a quei docenti che da anni lavoravano con supplenze di circolo o di istituto.
La scelta del Governo di ricercare accordi con le singole Regioni, affinché integrassero con risorse proprie quelle già previste per l’indennità di disoccupazione, ha rappresentato un palese tentativo di scaricare sulle Regioni il costo sociale dei tagli irresponsabili imposti al sistema scolastico nazionale dall’esecutivo Berlusconi:
5) Che fine ha fatto Il Decreto Interministeriale sugli organici?
Dopo la confusa emanazione dei Regolamenti recanti la “revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione” e le “norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola si deve denunciare con forza che non sia ancora ufficialmente esistente e pubblicato sulla G.U. il Decreto Interministeriale sugli organici, in base al quale nell’anno scolastico 209-10 sono
stati costituiti gli organici delle singole scuole e operate le descritte massicce riduzioni di posti.
Anche per l’anno 2010-11 la Circolare sugli organici reca solo uno Schema di Regolamento privo di qualsivoglia efficacia giuridica. Si ripropone uno scenario di illegalità più volte denunciato in Parlamento. Il TAR del Lazio riunito il 14 maggio 2010 ha rinviato per l’ennesima volta, questa volta ad ottobre, la sua decisione sul ricorso per l’annullamento del D.I. dello scorso anno non essendo ancora disponibile il testo ufficiale!
6) Colpito l’obbligo decennale d’ istruzione
L’iniziativa governativa ha proceduto colpo su colpo nell’intento di stravolgere e svuotare di sostanza l’innalzamento dell’obbligo di istruzione voluto dal precedente governo Prodi. Già con la legge 133/2008 l’esecutivo Berlusconi aveva reso permanente la possibilità di assolvimento dell’obbligo di istruzione decennale nella formazione professionale regionale. Si è poi imposto di estendere persino ai percorsi di apprendistato tale possibilità di assolvimento. Si è trattato del tentativo di un brutto ritorno al passato, volto a mortificare gli sforzi compiuti per far acquisire a tutti i ragazzi entro i 16 anni quel patrimonio di saperi e competenze necessario per affrontare la vita adulta con consapevolezza e pari opportunità. Tale modifica, pare ignorare che l’obbligo dei 10 anni di istruzione riguarda essenzialmente la fascia tra i 14 e i 16 anni e che il Governo precedente, dal 1 settembre 2007, ha elevato a 16 anni l’età dei minori per l’accesso al lavoro e quindi anche
alle attività di apprendistato (che è un contratto di lavoro, anche se a causa mista). Se non si abroga questa previsione legislativa è quindi, a nostro parere, impossibile accedere all’apprendistato a 14 anni e assolvere l’obbligo di istruzione in quel percorso. Ma non basta. La norma è priva di ogni significato anche in relazione all’acquisizione dei saperi e delle competenze prevista dai curricula dei primi due anni degli istituti di istruzione secondaria superiore (come previsto dal Regolamento
riportato nel DM 139/2007):e dallo stesso certificato di assolvimento dell’obbligo recentemente emanato dopo gravi ritardi.

La manovra Tremonti, attuata con il Decreto legge n78/10, colpisce ulteriormente in modo grave ed indiscriminato il mondo della scuola.
Ecco le principali misure previste:
Articolo 2 - Comma 1
A decorrere dall’anno 2011 è disposta la riduzione lineare del 10 per cento delle dotazioni
finanziarie, iscritte a legislazione vigente nell’ambito delle spese rimodulabili di cui all’articolo 21, comma 5, lettera b), della legge n. 196 del 2009, delle missioni di spesa di ciascun Ministero, per gli importi indicati nell'Allegato 1 al presente decreto.
1)In tre anni si tagliano dal bilancio miur circa 312 milioni di questi:
170 mln-Missione 22- più 64 -Missione 33- riguardano la scuola
70 mln Missione 23 riguardano l’Università
Si riduce così ulteriormente il finanziamento alle scuole
E le seguenti altre finalità
· il Fondo per l’offerta formativa ed interventi perequativi
· il Piano programmatico degli interventi per la scuola
· non viene rifinanziato il capitolo 1286, per le innovazioni tecnologiche a supporto delle attività didattiche,che, con 23,2 milioni annui, ha consentito per tre anni fino al 2009, grazie alla finanziaria Prodi del 2007, di comprare fra l’altro le fantastiche lavagne interattive. Adesso la Gelmini si rivolgerà a Brunetta! Ovviamente le pagelle con ….SMS sono a carico delle famiglie così opportunamente digitalizzate.
Articolo 8 - Comma 14
2) Sottrazione alle retribuzioni di merito di circa 2 miliardi
Salta l’utilizzazione per il merito che doveva essere pari al 30% degli 8 miliardi di tagli Infatti:
La parte dei risparmi ottenuti con la riduzione di 132.000 posti, che la legge n. 133/08 aveva destinato al "merito" non sarà utilizzata per tale scopo, visto il blocco dei contratti, ma genericamente per la scuola. In una prima versione del documento si faceva riferimento esplicito al ripianamento dei debiti, alle spese per le supplenze e per il funzionamento.
Le economie del triennio di tagli sono:
di 1.650 milioni di euro per l'anno 2010; di 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e di 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012.
Quelle da reinvestire per le premialità dovevano essere:
2009/2010 2010/2011 2011/2012
30% delle economie cumulate
410.543.412 664.088.565 956.686.979
· Nel 2009-2010 la somma per la valorizzazione della carriera del personale della scuola (cap. 1298), doveva essere secondo la legge di bilancio 2010 di 410 mln.; Di questa somma non si conosce il destino! Essendo gia iscritta in bilancio avrebbe
dovuto essere trattata in maniera specifica rispetto a quelle non ancora impegnate legislativamente.
Blocco degli aumenti
Articolo 9 - Comma 1
Per gli anni 2011, 2012 e 2013 il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, ivi compreso il trattamento accessorio, previsto dai rispettivi ordinamenti delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione non può superare, in ogni caso, il trattamento in godimento
nell’anno 2010
3) I contratti collettivi nazionali
· Salta, senza possibilità di recupero, il rinnovo per gli anni 2010-2012
· I contratti per il biennio 2008/2009 ancora da sottoscrivere o già sottoscritti per lo stesso periodo dopo l’entrata in vigore della manovra non possono determinare aumenti retributivi superiori al 3,2%. Nel caso di aumenti superiori a tale limite si procede al recupero.
Le cifre nel triennio sono calcolate sulla retribuzione media di comparto secondo i dati Aran.:
Scuola -1508 euro circa
Università -1350 euro circa
Ricerca -2166 euro circa
AFAM In corso di rinnovo CCNL 2006/2009
- 3000 euro circa
Tali riduzioni incideranno sulle pensioni e sulle liquidazioni.
Blocco dell'organico di sostegno.
Articolo 9 - comma 15
Per l’anno scolastico 2010/2011 è assicurato un contingente di docenti di sostegno pari a quello in attività di servizio d’insegnamento nell’organico di fatto dell’anno scolastico 2009/2010, fatta salva l’autorizzazione di posti di sostegno in deroga al predetto contingente da attivarsi esclusivamente nelle situazioni di particolare gravità, di cui all’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104.
Blocco degli scatti per docenti e ATA
Articolo 9 - Comma 23
Per il personale docente, Amministrativo, Tecnico ed Ausiliario (A.T.A.) della Scuola, gli anni 2010, 2011 e 2012 non sono utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti.
4) Congelamento degli stipendi
· Per il personale ata e docente della scuola gli anni 2010,2011,2012 non sono utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali né degli incrementi retributivi
· Per gli anni 2010, 2011, 2012 e 2013 il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, ivi compreso il trattamento accessorio, non può superare il trattamento in godimento nell’anno 2010
Questa misura è iniqua ed ha effetti pesantissimi su tutti i settori della conoscenza sia per quanto riguarda lo stipendio in godimento sia per la futura pensione.
· Per i docenti universitari e i ricercatori il blocco supera abbondantemente il 10% annuo e colpisce soprattutto i giovani ricercatori
· Per i ricercatori e tecnologi e tecnici e amministrativi degli Enti pubblici di ricerca vengono bloccati tutti gli avanzamenti di carriera previsti da norme contrattuali, comprese quelle consentite dal CCNL 2006-2009 e non ancora
applicate.
· Inoltre sempre per quanto riguarda il comparto università e ricerca il blocco del salario accessorio al 2009 vanifica gli effetti dei contratti integrativi di ente ed ateneo sottoscritti nel corrente anno.
· Per il personale docente dell'Alta Formazione Artistica e musicale, il blocco delle anzianità determinerà una perdita di circa il 10%.
Blocco delle anzianità: gli effetti sul comparto scuola
Perdita media per profilo:
Collaboratore scolastico -753 euro
Collaboratore scolastico dei servizi -755 euro
Assistenti amministrativi -978 euro
Coord. Amm. e tecnico -1.478 euro
Dir. dei servizi generali e amministrativi -2.081 euro
Docente di scuola dell'infanzia ed elementare -1495 euro
Docente diplomato istituti II grado -1.644 euro
Docente scuola media -1.730 euro
Doc. laureato ist. II grado -1.990 euro
Tale misura comporta nel solo comparto scuola una riduzione di spesa di circa 320 milioni l’anno.
Collegio accertante la sussistenza della condizione di alunno in situazione di handicap.
Articolo 10 - Comma 5
I componenti del collegio che accerta la sussistenza della condizione di handicap sono responsabili di ogni eventuale danno erariale per il mancato rispetto di quanto previsto dall’articolo 3, commi 1 e 3, della legge 5 febbraio1992, n. 104
Gli effetti del Decreto legge n. 78 andranno quindi a sommarsi a quelli provocati dalla Legge n. 133/08, non ancora svaniti. Si tratta come già ricordato nel triennio di 132.000 posti (87.000 docenti e 42.000 ATA pari a 8 miliardi nel triennio 2009-2011.