sabato 26 febbraio 2011

Pronta la circolare con quadri orario con le attuali classi di concorso su cui confluiscono le discipline di I e II anno di corso

Ne dà notizia Orizzonte scuola. Si tratta di una bozza non ancora resa pubblica, quindi soggetta a modifiche.

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’istruzione
Direzione Generale per il personale scolastico

Prot. A00DPIT n. Roma,

Ai
Direttori Generali degli Uffici

Scolastici Regionali

LORO SEDI

Oggetto: Attuali classi di concorso su cui confluiscono le discipline relative al primo e secondo anno di corso degli istituti di II grado interessati al riordino.

Com’è noto, i regolamenti relativi alla revisione degli assetti ordinamentali del secondo ciclo troveranno applicazione, nell’anno scolastico 2011/2012, nelle classi prime e seconde.
Di contro il regolamento relativo alla revisione delle classi di concorso previsto dall’art. 64 della legge n. 133 del 2008 non ancora stato definito e quindi difficilmente potrà trovare attuazione nel corso dell’anno scolastico 2011/12.
Si rende, pertanto, necessario in sede di costituzione degli organici e per le conseguenti operazioni di mobilità, far riferimento anche per l’a.s. 2011/2012 alle attuali classi di concorso, opportunamente integrate e modificate con le discipline e gli ambiti disciplinari relativi agli ordinamenti del primo anno e secondo di corso degli istituti di secondo grado.

Al fine di consentire, nell’attuale fase transitoria, ai dirigenti scolastici e al personale interessato di avere contezza delle modalità di confluenza, si allegano le relative tabelle, modificate e integrate come sopra indicato, relative alle classi prime e seconde degli istituti di secondo grado alle quali si applicherà la riforma .

Come già fatto presente nel decorso anno, le tabelle di confluenza sopra menzionate hanno natura solo dichiarativa dell’esistente. Gli insegnamenti che trovano confluenza in più classi di concorso del pregresso ordinamento devono essere trattati come insegnamenti “atipici” la cui assegnazione alle classi di concorso deve prioritariamente mirare a salvaguardare la titolarità dei docenti presenti nell’istituzione scolastica, la ottimale determinazione delle cattedre e la continuità didattica. Ovviamente nella scelta della classe di concorso dovrà farsi riferimento all’indirizzo presente nella scuola, con particolare riferimento alle attività laboratoriali dei licei artistici.

In presenza, nella scuola, di più di un titolare di insegnamenti “atipici”, si darà la precedenza a colui o a coloro che, in relazione al numero dei posti, risulteranno collocati con il maggior punteggio nella graduatoria di istituto unificata incrociando la varie graduatorie, nel rispetto delle precedenza di cui all’art. 7 del CCNI sulla mobilità. In assenza di titolari da “salvaguardare” l’attribuzione dovrà avvenire prioritariamente, previa intesa con l’Ufficio scolastico territoriale, attingendo dalle classi di concorso in esubero a livello provinciale. In mancanza delle citate situazioni, il dirigente scolastico, sentito il collegio dei docenti, provvederà ad attribuire la classe di concorso in coerenza con il POF.
Qualora, pertanto, in alcuni istituti o sperimentazioni siano presenti titolari di classi di concorso non prospettate dal Sistema informativo come classi atipiche, i Dirigenti scolastici, al fine di evitare la creazioni di posizioni di soprannumero, segnaleranno la particolare situazione ai referenti provinciali degli organici, che provvederanno alla rettifica manuale al Sistema informativo, anche operando sulla quota riservata all’autonomia.

IL DIRETTORE GENERALE
- Luciano Chiappetta -


Scarica i Quadri orari da Orizzontescuola.

mercoledì 23 febbraio 2011

IL TAR del LAZIO DECIDE I RICORSI CONTRO LA SCUOLA SUPERIORE DELLA GELMINI

Il 17 febbraio 2011 il TAR del Lazio ha tenuto l'udienza di merito sul ricorso presentato da 2500 genitori,insegnanti, personale ATA e studenti contro la legittimità dei provvedimenti relativi alle iscrizioni alla scuola superiore e agli organici per l'anno scolastico 2010-11.

L'associazione Nazionale "Per la scuola della Repubblica" ha sostenuto il ricorso ponendosi a fianco dei ricorrenti, come aveva sostenuto l'anno precedente la grande contestazione relativa alla "riforma" della scuola primaria. In gioco sono infatti il rispetto del diritto allo studio, della professionalità docente, della qualità dell'istruzione, oltre alla stessa certezza del diritto, poiché i decreti impugnati sono stati emanati in violazione delle procedure previste dalla normativa vigente ed è sulle conseguenze negative derivanti da tali disposizioni che si sta svolgendo il presente anno scolastico.

Già nell'udienza del giugno 2010 il TAR del Lazio aveva dimostrato di recepire le ragioni dei ricorrenti pronunciando un primo giudizio di illegittimità sui provvedimenti relativi agli organici e alle iscrizioni. Tale convinzione dei giudici è sembrata emergere nuovamente nell'udienza del 17 febbraio, anche se accompagnata da dubbi sull'attualità dell'interesse processuale. La documentazione prodotta dai nostri legali e le argomentazioni difensive hanno teso a dimostrare il persistere dell'interesse dei ricorrenti, visto che pesanti tagli sono previsti anche per il prossimo anno scolastico, tagli che possono essere evitati da un pronunciamento che, confermando le ordinanze emesse nei mesi di giugno e luglio, annulli i provvedimenti impugnati.

La sentenza sarà resa nota tra un paio di mesi.

Al ricorso hanno aderito le Province di Bologna, Cosenza, Perugia, Pistoia, ViboValentia e i Comuni di Fiesole, Imola e del Circondario dell'Empolese-Val d'Elsa. Questi Enti hanno capito la rilevanza di un loro impegno diretto a fianco dei cittadini.

Auspichiamo che ben maggiore divenga in futuro l'impegno dei soggetti istituzionali, cui le leggi e la stessa Costituzione riconoscono competenze nell'ambito dell'organizzazione scolastica del territorio (in primis le regioni), a rivendicare con forza e visibilità il rispetto del proprio ruolo , non in nome della tutela di particolarismi localistici, bensì per la piena attuazione del disegno democratico contenuto nella nostra Costituzione

Roma, 21 febbraio 2011

martedì 22 febbraio 2011

Mostra alla scuola "F. Crispi" aperta anche il sabato

EARTH

CHARTER

INITIATIVE

SOKA GAKKAI

INTERNATIONAL

(SGI)

I SEMI DEL CAMBIAMENTO

L’AMBIENTE CAMBIA A PARTIRE DA TE

Ministero dell’Istruzione

dell’Università e della Ricerca

Ufficio Scolastico Regione Lazio

24° CIRCOLO “ Francesco Crispi “

ENTI PROMOTORI ENTI ORGANIZZATORI

ROMA

CAPITALE

MUNICIPIO

ROMA XVI

ISTITUTO

BUDDISTA

ITALIANO

SOKA GAKKAI

Mostra Documentaria e Fotografica

Roma 21/25 febbraio 2011

LUNEDÌ 28 FEBBRAIO 2011, ORE 17,00 CONFERENZA

NOI GIOVANI REPORTER

DEL CAMBIAMENTOCLIMATICO:

DAL DIRE AL FARE

Intervengono: Dr. Elio Pacilio direttore di Green Cross Italia;

Prof. Guido Giordano Università Roma Tre; Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

SCUOLA PRIMARIA FRANCESCO CRISPI Via Anton Giulio Barrili 13, Roma

domenica 20 febbraio 2011

I tagli per l'a.s. 2011/12 per ordine e grado di scuola

da www. orizzontescuola.it

red - 19.700 docenti e 14.176 Ata, questo è il bilancio previsto dal Ministero per la cura dimagrante imposta alla scuola italiana per l'a.s. 2011/12. In dettaglio i numeri per ordine e grado di scuola

Scuola di infanzia: organico invariato

Scuola primaria: - 9260 insegnanti

Scuola secondaria di I grado: - 1310 posti

Secondaria di II grado: - 8989 posti

Ata: - 14.176

Correttivi per la realizzazione dell'obiettivo:

  • innalzamento del rapporto alunni - classe di 0,1 unità
  • 27 ore settimanali nella primaria, con estensione del "maestro prevalente"
  • - 4700 docenti specializzate in inglese alla scuola primaria, sostituite dalle docenti "formate" dal Ministero con appositi corsi di 500 ore
  • riduzione dell'orario dei professionali da 34 a 32 ore

sabato 19 febbraio 2011

Politiche di innovazione per la scuola

Il 17 giugno 2009 si è tenuto a Roma, presso il MIUR, un seminario internazionale promosso da TreeLLLe in collaborazione con l’OCSE per presentare due importanti indagini. La prima indagine è TALIS (Teaching and Learning International Survey, 2009), predisposta dal Directorate for Education dell’OCSE, che è stata presentata in anteprima mondiale nel seminario in questione. La seconda è relativa al capitolo 4 dedicato all’education tratto dall’Economic Survey-Italy del 2009, predisposto dall’Economics Department

dell’OCSE.

Dall'indagine Talis OCSE 2009 "Creare ambienti efficaci di insegnamento e di apprendimento"

Quanto è diffuso lo sviluppo professionale tra il corpo docente?

Quanto sono soddisfatti i bisogni di sviluppo professionale degli insegnanti?

Come rispondere alle esigenze non soddisfatte di sviluppo professionale?

Come variano da un paese all’altro le convinzioni e le pratiche?

In che modo gli insegnanti utilizzano le loro ore di insegnamento e in che misura si considerano efficaci nel loro lavoro?

Qual è la percezione degli insegnanti rispetto alla valutazione e al feedback sul loro lavoro?

In che modo i sistemi educativi premiano l’insegnamento efficace?

Come variano gli stili di dirigenza?

In che modo la dirigenza scolastica è connessa con lo sviluppo professionale degli insegnanti?

Dall'Economic Survey - Italy cap. 4 OCSE 2009 "Verso scuole migliori e pari opportunità di apprendimento"

1. Le principali sfide per il sistema scolastico italiano

2. Contenere la spesa nella scuola primaria e secondaria

3. I fattori determinanti del rendimento scolastico

4. Introdurre incentivi scolastici per migliorare gli esiti

5. Migliorare la qualità dell’insegnamento

6. Migliorare la transizione dalla scuola secondaria superiore al mercato del lavoro e all’istruzione universitaria

7. Conclusioni e sintesi delle principali raccomandazioni

leggi il dossier

venerdì 11 febbraio 2011

Effetto Marchionne anche nella scuola?

Fino a poco tempo fa, parlando di Riforma Gelmini, ci si riferiva solo a quella dell’istruzione non universitaria. Poi si è aggiunta quella universitaria che prevale nelle attenzioni dell’opinione pubblica. Nel frattempo, siamo al 2º anno d’applicazione della legge di contenimento della spesa per il pubblico impiego che prevede risparmi per 7.832 milioni di euro dal 2009 al 2012. Cioè quello che, per memoria comunicativa, sono definiti gli 8 miliardi e le circa 132.000 unità in meno nella scuola.

La legge prevedeva un piano di interventi volti alla razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali attraverso l’accorpamento delle classi di concorso per i docenti, la ridefinizione dei curricoli e dei relativi quadri orari. Poi la revisione dei criteri per la formazione delle classi, la rimodulazione dell'organizzazione didattica della scuola primaria, la revisione dei criteri per la determinazione degli organici del personale, la ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei Centri di istruzione per gli adulti e la definizione di criteri per il ridimensionamento della rete scolastica.
Al fine di rendere certi i risparmi è stata altresì prevista una procedura di riduzione delle dotazioni di bilancio al ministero dell’Istruzione fino alla concorrenza degli importi previsti. Inoltre, è stato stabilito che il 30 per cento dei risparmi venissero restituiti al personale della scuola per il riconoscimento di "premi", anche se ora saranno utilizzati per sopperire al recente blocco degli scatti stipendiali per il pubblico impiego.
La Riforma Gelmini nella scuola dell’obbligo ha portato alla riduzione del personale docente e dell’offerta formativa che poteva scaturire dalla presenza di più docenti che si dedicassero ad una classe od a parte di essa. Il mantenimento d’orari anche pomeridiani è stato problematico in molte situazioni, con la necessità dell’intervento degli enti locali e dei genitori per sopperire alla mancanza di personale docente per il tempo educativo della mensa.
Oppure, le scuole hanno dovuto utilizzare i docenti ad incastro, destinandoli a sopperire alle esigenze di mensa delle altre classi, con tutte le difficoltà e le conflittualità che tali situazioni generano.
Nella scuola superiore le famiglie hanno dovuto lo scorso anno scegliere tra i nuovi 6 licei, 11 istituti tecnici e 6 professionali, con contrazione generalizzata dei quadri orari. Se però il dibattito sulla riforma universitaria, essendo più recente, ha preso fisiologicamente il posto di quello sulla scuola dell’obbligo e superiore, ciò non vuol dire che le difficoltà siano superate.
La carenza di risorse finanziarie, che è dato comune di tutti i settori pubblici, continua a riguardare anche le scuole per pagare i supplenti, acquistare i materiali o riparare le strumentazioni necessarie al loro normale funzionamento. Su questo aspetto si sta silenziosamente oltrepassando, con più o meno consapevolezza degli operatori e dei genitori, anche il dettato costituzionale della gratuità della scuola pubblica, richiedendo alle famiglie contribuiti in denaro o in materiali per lo svolgimento delle attività didattiche ma anche, oramai, di quelle amministrative.
Per realizzare, in vista del prossimo anno scolastico, la riduzione di ulteriori 19.676 cattedre e 14.167 posti di personale non docente, il ministero ha annunciato la volontà di innalzare di 0,10 unità il rapporto alunni/classi, di estendere nella scuola primaria sia le 27 ore settimanali di offerta formativa nelle classi prime, seconde e terze, anche attraverso l´adozione del "maestro prevalente", che procedere all'ulteriore eliminazione di 4.700 docenti specialisti di lingua inglese, nonché di tagliare 3.000 posti nei corsi serali della scuola superiore. Il fondo per il diritto allo studio nelle scuole dell’obbligo per le famiglie con difficoltà economiche è stato ridotto notevolmente, come i trasferimenti alle Regioni per il sostegno all'istruzione.
Lo scorso anno la novità della Riforma è stata percepita dalle famiglie se non altro perché il termine per le iscrizioni era stato posticipato al 27 febbraio, mentre quest’anno è anticipato a sabato 12.
Sembrerebbe un apparente ritorno alla normalità, come se le riduzioni d’orari e d’organici docenti e non docenti fossero state in qualche modo metabolizzate e le proteste assopite. In realtà, altri temi si stanno definendo per via legislativa, dalla valutazione del personale e delle scuole, alla formazione iniziale dei docenti, al riconoscimento economico del merito, alle nuove regole e comparti di contrattazione sindacale. Saranno il prologo di un effetto-Marchionne anche nella scuola?


Nicola Rossetto
da http://www.ecodelchisone.it

sabato 5 febbraio 2011

Sintesi dell'incontro Nazionale delle Scuole Bologna 30 gennaio

L’Incontro Nazionale delle Scuole, riunito a Bologna il giorno 30 gennaio 2011, concorda le seguenti linee di azione ed invita le diverse componenti della scuola (docenti, genitori, studenti ed ATA) ad adoperarsi affinchè tali iniziative e strategie vengano divulgate e condivise:

1) PROGRAMMA ANNUALE 2011 (ex bilancio di previsione): vengono date informazioni in merito alla redazione del Programma Annuale 2011che i Consigli di Circolo e di Istituto dovrebbero approvare entro il 14 febbraio 2011 (termine ultimo).
Nella nota del Ministero dell’Istruzione n. 10773 del 11 novembre 2010 viene ribadito che “con riguardo alle spese per le cosiddette supplenze brevi e saltuarie potranno essere disposte, con periodicità di norma mensile assegnazioni a favore di ogni Istituzione ad integrazione della risorsa finanziaria assegnata […]. Detta modalità operativa è resa necessaria dal fatto che non è possibile stimare, a priori, l’esatto fabbisogno per supplenze brevi di ciascuna scuola, data la variabilità della relativa spesa di mese in mese.” Gli ulteriori finanziamenti per le supplenze brevi vengono sempre erogati “al fine di garantire ed assicurare il prioritario obiettivo del diritto allo studio e della piena funzionalità delle attività didattiche […], nota n. 9839 dell’8 novembre 2010. I Dirigenti Scolastici che non chiamano i supplenti non possono essere “giustificati” da motivazioni finanziarie inesistenti.
Si invitano i Dirigenti Scolastici e i Direttori dei S.G.A. a non inserire i crediti (residui attivi) vantati nei confronti del Ministero nell’aggregato Z (disponibilità finanziaria da programmare) perché sono somme dovute alle Istituzioni Scolastiche e le stesse devono essere utilizzate per una corretta programmazione delle attività e dei progetti da svolgere.
I residui attivi non possono e non devono essere inseriti nell’aggregato Z (disponibilità finanziaria da programmare) in quanto sono somme già impegnate o già liquidate con anticipi di cassa da parte delle Istituzioni Scolastiche. L’obiettivo del Ministero dell’Istruzione, con l’indicazione che “una somma pari all’ammontare dei residui attivi di competenza dello Stato venga opportunamente inserita nell’aggregato Z disponibilità finanziaria da programmare” è chiaramente quello di non onorare i crediti che sono DOVUTI alle scuole.

L’Incontro nazionale delle Scuole ritiene la recente erogazione di una parte dei residui attivi frutto delle battaglie intraprese nel corso dei due anni scolastici appena trascorsi ed invita i Consigli di Circolo e di Istituto, nel rispetto del D.I. 44/01, a non approvare il Programma Annuale 2011 nei seguenti casi:
1. Mancanza di impegno formale del Dirigente Scolastico a nominare i supplenti, anche per una sola giornata, in caso di assenza del docente titolare.
2. Mancata programmazione dei crediti vantati per attività e progetti (Residui Attivi).

2) RICORSI AL TAR: L’Incontro nazionale Scuole ritiene indispensabile garantire tutto il sostegno possibile a questi ricorsi soprattutto al fine di bloccare la terza ondata di tagli previsti per il prossimo anno scolastico.
• RICORSO SUL RIORDINO DEI CICLI: viene ribadito l’impegno a sollecitare Comuni, Province e Regioni affinchè intervengano ad adiuvandum nel ricorso che verrà discusso il 17 febbraio a Roma, attraverso la Lettera concordata nelle scorse settimane dalle associazioni e dai comitati ricorrenti.
• RICORSO SULLA RIDUZIONE ORGANICI PER IL TEMPO PIENO:
viene sostenuta e incentivata l’azione ad adiuvandum della Scuola primaria Mario Longhena di Bologna (IC8) al ricorso depositato al TAR dell’Emilia Romagna da tutte le sigle sindacali, con l’obiettivo di dimostrare l’illegittimità della riduzione di 20 posti assegnati nell’organico di diritto e cancellati nell’organico di fatto e testimoniare “il danno” subito dagli alunni in ragione della riduzione delle ore di compresenza e quindi dell’offerta formativa sottoscritta all’atto dell’iscrizione.

3) L’Incontro Nazionale delle Scuole identifica come tematiche urgenti e prioritarie di riflessione e di azione delle prossime settimane:
• la difesa ed il rilancio della centralità degli ORGANI COLLEGIALI
• il netto rifiuto della VALUTAZIONE MERITOCRATICA E PREMIALE DI SCUOLE
E INSEGNANTI
• il contrasto all’abbassamento dell’OBBLIGO SCOLASTICO, all’introduzione dell’APPRENDISTATO a 15 anni previsto dalla legge Sacconi (Collegato Lavoro) e allo svilimento degli Istituti Professionali Statali, cui vengono sottratti i percorsi di qualifica triennale assegnati alle competenze dei Centri di Formazione Professionale
• il pieno sostegno a tutte le azioni legali volte a denunciare l’AUMENTO DEL NUMERO DI ALUNNI PER CLASSE, con gravissime conseguenze sul piano della didattica e della sicurezza degli ambienti scolastici, al fine di ottenere in merito l’intervento della Corte Costituzionale

4) PETIZIONE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO I FINANZIAMENTI
ALLE SCUOLE PRIVATE: si decide di proseguire e rilanciare fino a fine febbraio la raccolta firme, già avviata con successo in numerose province italiane, al fine di giungere ad inizio marzo ad una conferenza stampa di chiusura dell’iniziativa che ci consenta di chiedere formalmente un incontro con il Presidente Napolitano.

5) L’Incontro Nazionale delle Scuole ritiene utile e necessario condividere un percorso che conducaalla costituzione di una CONSULTA NAZIONALE come luogo di incontro di persone e non di sigle, che si impegni in azioni di informazione e coordinamento e che si ponga come obiettivo prioritario la difesa del diritto allo studio e l’AUTORIFORMA del sistema di istruzione statale.

Al fine di perseguire gli obiettivi suindicati, l’Incontro Nazionale delle Scuole si impegna a promuovere nelle prossime settimane le seguenti azioni di informazione, lotta e mobilitazione:

• rilancio della campagna di informazione TUTTI DEVONO SAPERE attraverso la divulgazione pubblica (sugli autobus, nelle piazze, ai semafori, nei centri commerciali) di MATERIALI CONDIVISI messi a disposizione dai comitati e dai coordinamenti delle diverse città attraverso i siti e le mailing list nazionali organizzazione di INCONTRI TEMATICI sul territorio volti a coinvolgere le diverse componenti del mondo della scuola (genitori, docenti e studenti) in percorsi di analisi e di controproposta per il RILANCIO e non più solo la difesa della SCUOLA STATALE. Tali incontri giungeranno ad un momento di sintesi attraverso un CONVEGNO NAZIONALE SULLA VALUTAZIONE E SUL MERITO come nuclei tematici fondamentali su cui
confrontarsi per ribadire la centralità del diritto allo studio e per la difesa della scuola come bene comune.

Bologna, 30 gennaio 2011

martedì 1 febbraio 2011

30 gennaio: Assemblea nazionale della scuola, un’Agorà contro la competitività

di Anna Maria Bruni


Se qualcuno pensava che dopo la firma della legge Gelmini la scuola statale si sarebbe arresa, si è sbagliato di grosso. L’assemblea nazionale della scuola, che nel luglio scorso a Parma ha lanciato tutte le campagne avviate questo autunno si è ritrovata ieri, nonostante una Bologna innevata, per fare un bilancio del lavoro di questi mesi e rilanciare i suoi obiettivi.

Presenti, oltre la città ospite Bologna, diverse realtà fra le quali Roma, Napoli, Milano, Padova, Piacenza, Carpi, Firenze, Viareggio, in rappresentanza di scuole o reti di esse già costituite nel territorio. Obiettivo, dipanare una giornata di discussione, confronto e proposte, che nell’arco di circa 6 ore, a parte il momento conviviale del pranzo, sono riusciti a definire senza perdere tempo.

In testa, una Consulta nazionale per rilanciare la scuola pubblica, composta prima di tutto da persone – non in quanto appartenenti a sindacati o partiti – e associazioni e coordinamenti del mondo della scuola, o vicini ad essa. La rottura con le dinamiche di Organizzazione, che dividono e frenano l’autonomia è generalizzata tanto quanto la critica alle posizioni di Pd e Cgil, inversamente alla volontà di costruire movimento e organizzazione interconnessi, orizzontali e trasversali con gli studenti. Che devono essere il centro delle lotte “come soggetti portatori del diritto”, “verso i quali – dice Barbara, genitore di Napoli – troppo poco ancora è stato fatto. Il primo passo ora – insiste – è prendere posizione sugli avvisi di garanzia recapitati loro per le azioni di protesta, così come sui 5 in condotta che stanno seguendo le occupazioni”.

Anche questo deve fare una Consulta, o forum o come si preferirà chiamarla. Se vuol essere il luogo da cui prendere posizione, dalla difesa del diritto allo studio alla microconflittualità quotidiana, che è stata finora il bastione dal quale la scuola pubblica è stata difesa. Ultima la sentenza del Tar contro le “classi pollaio” ottenuta dalle tante scuole che hanno avviato il ricorso. Ma ancora tempo pieno, compresenze, stabilizzazione e addirittura aumento degli organici, bocciatura dei bilanci, indisponibilità al pagamento del contributo volontario dalle famiglie, indisponibilità al lavoro aggiuntivo da parte dei docenti. E ultime, le bocciature delle sperimentazioni sul merito. Da Torino a Napoli le ultime, tante sono le scuole che non hanno mollato, e che per questo hanno tutelato diritti.

Ma tanti sono i fronti aperti dai tagli e dalla legge che ne è seguita. Altrettanti quindi devono essere i gruppi di lavoro tematici a cui è demandato il compito di elaborare confronto e proposta. Primi della lista collegialità e valutazione. Un tema, quello del merito, opposto alla collegialità, struttura e fondamento della scuola pubblica statale, democratica “per Costituzione” e perciò portatrice di diritti e cittadinanza, che anche il disegno di legge Aprea mina, cancellando gli organi collegiali. Che invece vanno potenziati, insieme alla didattica, che “già in alcune scuole – ricorda Roberta, docente di Parma – viene trasformata dai test invalsi, perché così impostata fin dall’inizio dell’anno”. “Far comprendere come la connessione tra valutazione e collegialità – dice Matteo, docente Itis di Viareggio – con la libertà di insegnamento garantita dall’art 33 della Costituzione sia la stessa delle lotte per la libertà nel lavoro”. Cioè quella della rappresentanza, messa in discussione dall’accordo Fiat, e contemporaneamente dalla cancellazione degli organi collegiali, il cui contraltare comune è la precarizzazione e l’individualizzazione del rapporto di lavoro, che marciano di pari passo nel pubblico e nel privato.

Un modello contro il quale questa assemblea farà muro, moltiplicando informazione e diffusione delle tante lotte in corso che “danno forza a tutte le altre”, dice Deborah, genitore di Parma. Intanto prosegue la campagna “Tutti devono sapere”, che nella fascetta adesiva elenca gli innumerevoli attacchi alla scuola pubblica, cominciando dai tagli dei posti di lavoro, e che prevederà “blitz sugli autobus e ai semafori”, annuncia un altro docente suggerendo così le modalità di diffusione dell’informazione. Accanto alle quali è ancora la petizione a Napolitano contro il finanziamento alle scuole private, che verrà consegnata a fine febbraio con iniziative in tante piazze nelle rispettive città, dopo un’ulteriore diffusione nelle Università e davanti ai posti di lavoro. E, sempre a fine febbraio, un nuovo appuntamento nazionale. “Vogliono la competitività? E noi rispondiamo con una nuova agorà”, dicono. Come dire, un altro sistema di relazioni.

(31 gennaio 2011)

Firmato il decreto applicativo sulla valutazione dei docenti

Il testo del decreto è formato da 16 articoli. Si potrà premiare non più del 75% dei docenti in servizio e sarà vietata la distribuzione "a pioggia". Sui siti delle scuole dovranno essere pubblicati nomi, curricoli e premi assegnati.

Leggi l'articolo con anticipazioni sul decreto su
La tecnica della scuola