martedì 21 giugno 2011

Sentenza Tar su classi sovraffollate, entro 120 giorni emanazione piano sull'edilizia

Per il Ministero, il ricorso al Tar Lazio che condanna l'istituzione per le cosiddette ''classi pollaio'', ossia quelle aule scolastiche nelle quali il numero di alunni supera i limiti fissati dalla legge è destituito di fondamento. Ma il Tar chiede un piano generale di edilizia scolastica entro 120 giorni. La UIL chiede di affrontare il problema nei prossimi incontri sugli organici.

Secondo il MIUR il problema è limitato allo 0,4% delle classi, cioè quelle con alunni di numero pari o superiore a 30. Un sovraffollamento che riguarderebbe prevalentemente la scuola secondaria di II grado e si legato soprattutto alle scelte e alle preferenze delle famiglie per alcuni istituti e sezioni.

Dello stesso avviso non è Francesco Scrima il quale non condivide il termine "marginale" attribuito al problema, infatti "se invece che in percentuale ragioniamo in cifra assoluta, le classi con più di 30 alunni sono oltre 1500. Potranno anche essere poche rispetto alle 370.000 funzionanti, ma non ci sembrano un fenomeno da liquidare come "inesistente"". Inoltre, "il concetto di affollamento, tuttavia, è diverso, e chiama in causa non solo il numero di alunni, ma l'adeguatezza degli spazi in cui sono ospitati. In questo senso anche classi meno numerose possono risultare "affollate", se le aule in cui gli alunni sono costretti a lavorare sono anguste e fatiscenti.".

Comunque sia, se il MIUR entro 120 giorni non provvederà all'emanazione di un nuovo piano generale di edilizia scolastica, rischierà il commissariamento con la nomina di un commissario ad acta. Inoltre, le famiglie potranno richiedere un risarcimento fino a 2.500 euro per danno esistenziale.

Da canto suo la UIL, per voce del segretario Di Menna, denuncia di aver cominicato più volte "al Miur situazioni limite, presentato il risultato di monitoraggi effettuati nelle diverse province italiane".

Per quanto riguarda il piano sull'edilizia disposto dal Tar, la UIL chiede che se ne discuta "in sede di definizione dell’organico" e che sia "definito nel rigoroso rispetto del numero di alunni per classe." "E ancora, attraverso l’anagrafe dell’edilizia scolastica la garanzia di spazi adeguati."
da orizzontescuola.it

sabato 4 giugno 2011

Prove Invalsi: non c'è obbligo per i docenti

da www.latecnicadellascuola.it

di Reginaldo Palermo 02/06/2011
E' la conclusione a cui si è arrivati in Sardegna dove il direttore regionale decide sul "non luogo a procedere" nei confronti di alcuni insegnanti che si erano rifiutati di somministrare le prove nelle proprie classi.
Il comportamento mantenuto dai docenti che si sono rifiutati di somministrare le prove Invalsi ai propri alunni “non attiene a profili disciplinari in quanto inserito in un particolare contesto caratterizzato da contrapposizioni sindacali e argomentazioni
portate avanti anche a livello giurisdizionale”: lo scrive il direttore regionale della Sardegna a conclusione di una lunga e complessa vicenda che si è trascinata per diversi mesi in un circolo didattico di Nuoro.
La questione risale ad alcuni mesi addietro e su di essa si era già espresso anche il Tar al quale si erano rivolti i Cobas che avevano impugnato la mancata convocazione del collegio dei docenti nel circolo didattico “Fureddu” di Nuoro.
A quel punto la dirigente scolastica della scuola aveva convocato il collegio che però aveva deliberato di non aderire alla somministrazione delle prove Invalsi. Dopo aver chiesto lumi al direttore regionale la dirigente riconvocava il collegio. Nella successiva seduta il collegio confermava la precedente decisione che veniva subito disattesa dalla dirigente scolastica “in virtù - scriveva la dirigente stessa - della delega conferita dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Sardegna”.
Contemporaneamente la dirigente mediante un apposito ordine di servizio disponeva la somministrazione delle prove e nei confronti di alcuni docenti che si rifiutavano di obbedire apriva un procedimento disciplinare.
Va anche detto che secondo la dirigente il comportamento dei docenti “disobbedienti” sarebbe stato particolarmente grave tanto che anziché ricorrere ad una sanzione di sua competenza (dall’avvertimento scritto fino alla sospensione dal servizio per non più di 10 giorni, passando anche attraverso la censura) trasmetteva gli atti all’Ufficio scolastico regionale chiedendo una sanzione superiore ai 10 giorni di sospensione.
Ed è a questo punto che la vicenda si conclude in modo del tutto imprevisto e per certi aspetti contraddittorio: nonostante i “suggerimenti” dati alle scuole e ai dirigenti scolastici fino a pochi giorni fa, il direttore regionale scrive alla dirigente scolastica e chiarisce che il comportamento dei docenti disobbedienti non è perseguibile sul piano disciplinare.
I Cobas della Sardegna commentano entusiasticamente: “la vicenda dimostra ciò che i Cobas hanno sempre sostenuto: i quiz Invalsi non sono obbligatori”.