domenica 27 dicembre 2009

Invito da "Monteverde antirazzista"

Carissimi, siete invitati anche voi. Abbiamo prenotato la sala della Casa del Parco della Valle dei Casali, in Via del Casaletto, 400 per un incontro che andrà avanti dalle 17 alle 21- 22 con proiezione di video vari. La sala è destinata ad attività di educazione ambientale, per cui vogliamo presentare l'appello per salvare l’Agro Romano dalla sua definitiva distruzione che avverrà se si realizzeranno le previsioni urbanistiche del nuovo piano regolatore. Per restare in tema ambiente, proprio in questi giorni il Municipio 16 sta discutendo la cementificazione dell'area del Pescaccio (Bravetta), con la costruzione di nuovi edifici per oltre un milione di mc. Proietteremo video e foto in tema e poi altri video su temi proposti dai comitati e dai partecipanti. Ci sarà anche un video sul blitz dell'8 Marzo, dei video contro il razzismo ecc. Ci sembra una bella opportunità per scambiarci gli auguri e brindare al nuovo anno in un ambiente ampio (con parcheggio): tutti sono pregati di contribuire con cibi e bevande al buffet comunitario.
Centro Studi sul Paesaggio, l'Unidiversità Bravetta, Ambiente Roma 16, Monteverde Antirazzista

martedì 15 dicembre 2009

Riforma secondo ciclo: stop dal Consiglio di Stato


Il Consiglio di Stato chiede chiarimenti al Ministero sui tre schemi di Regolamento. Si allungano i tempi e l'avvio della riforma si allontana di nuovo.
I tempi per l’approvazione definitiva dei Regolamenti sulla scuola del II ciclo (licei, istruzione tecnica e istruzione professionale) si allungano e il rinvio della riforma di un anno è ormai molto di più che una semplice ipotesi. 
Sui tre provvedimenti, infatti, mancano ancora i pareri delle Commissioni parlamentari che invece avrebbero dovuto concludere i propri lavori entro la fine di novembre. 
Ma, soprattutto, c’è lo stop del Consiglio di Stato che in data 9 dicembre ha pubblicato i pareri sui singoli schemi di regolamento con una conclusione identica:  “Sui punti segnalati occorre che il Ministero dell’istruzione fornisca i chiarimenti richiesti. All’esito, la Sezione si riserva la facoltà di disporre l’audizione del Capo dell’Ufficio legislativo del Ministero, nonché del dirigente generale competente all’istruttoria del regolamento”. 
Per intanto il Consiglio “sospende l’emanazione del parere in attesa degli adempimenti di cui in motivazione”. 
Quali sono dunque i punti sui quali il Ministero deve fornire chiarimenti ? 
Intanto uno è di carattere generale e riguarda le modalità di applicazione dei regolamenti. 
Nella versione attuale è previsto che vengano demandati alla decretazione ministeriale le indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento, l’articolazione delle cattedre o la definizione degli indicatori per la valutazione. Il CdS fa tuttavia rilevare che un provvedimento del genere dovrebbe essere un atto avente forza di legge (ovviamente i tempi per l’adozione di un ulteriore regolamento sono ben diversi da quelli necessari per l’emanazione di un semplice decreto ministeriale). 
Ci sono poi altre questioni, come per esempio quella relativa alla quota del curricolo lasciata alla decisione delle singole scuole in modo da consentire una maggiore corrispondenza alle esigenze culturali e produttive del territorio. 
Il CdS chiede al Ministero di chiarire se le disposizioni contenute nei regolamenti siano state raccordate con le norme contenute nel Regolamento sull’autonomia. 
E, proprio in materia di autonomia, arrivano dal Cds le “bacchettate” più pesanti: i regolamenti prevedono che le istituzioni scolastiche costituiscano dipartimenti, quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti, per il sostegno alla didattica e alla progettazione formativa, nonché un comitato scientifico formato da docenti e da esperti esterni. 
Il CdS esprime forti perplessità sulla creazione di tali organi che, invece, dovrebbe essere lasciata - sottolinea sempre il Consiglio - alla libera determinazione delle autonomie scolastiche. 
Senza contare che i comitati tecnico-scientifici dovrebbero funzionare a costo zero non essendo previsto nessun gettone di presenza neppure per gli esperti esterni. 
Non mancano, infine, le perplessità sulle modalità di passaggio al nuovo ordinamento, soprattutto per quanto concerne i licei e gli istituti tecnici. 
“E' opportuno - sottolinea infatti il CdS - che il Ministero dell’istruzione illustri la graduazione di tale passaggio, anche con riguardo alla tutela dell’affidamento degli studenti che, trovandosi nelle situazioni di transito, subiranno una modificazione dell’iter formativo prescelto”.
di Reginaldo Palermo da www.latecnicadellascuola.it
13/12/2009

venerdì 11 dicembre 2009

Il Morgagni incontra l’Africa

martedì 15 dicembre 2009

Liceo Morgagni

Via Fonteiana 125 – 00152 Roma

PROGRAMMA

Ore 18.30 – Presentazione del progetto “Insieme per crescere – Tukue Pamoja” agli studenti del Morgagni

Saranno presenti per la prima volta in Italia 11 studenti kenioti e gli studenti italiani partecipanti al progetto “Insieme per crescere – Tukue Pamoja”, scambio interculturale con il Kenya

Ore 20.30: Proiezione del video – progetto

Ore 21,15 – concerto di ritmi e percussioni africane

  • Gruppo percussioni Morgagni di Pape Seck
  • Canti e ritmi degli studenti Kenyoti
  • Wamde – ritmi e melodie dell’Africa occidentale
  • Perc di Badara Seck, griot dal Senegal

martedì 8 dicembre 2009

Nuovo appuntamento

Il prossimo appuntamento per discutere di iniziative sulla scuola pubblica è
Giovedì 10 dicembre
presso la sala Intermundia
Via Nino Bixio 83-85
alle ore 17
Partecipiamo!

sabato 5 dicembre 2009

Nessun dubbio: i soldi per i libri di testo non ci sono

La notizia del 4 dicembre taglia la testa al toro: non ci sono dubbi i 103 milioni  destinati alla gratuità dei libri di testo la cui spesa doveva essere finanziata con lo stanziamento del capitolo 7243 del bilancio del Ministero dell’Interno non ci sono più!

Lo stato avrebbe dovuto, come tutti gli anni, trasferire questi denari alle Regioni e ai  Comuni i quali a loro volta avrebbero sostenuto la spesa per l’acquisto.

Dopo qualche dubbio sulla reale destinazione di questi denari il Governo ha eliminato qualsiasi dubbio: i soldi non ci sono ma potranno esserci se passa alla Camera un emendamento alla finanziaria per il 2010 che ripristini il 103 milioni prelevandoli dagli introiti che vengono previsti dall’attuazione dello scudo fiscale. La notizia viene data dal “Sole 24 ore” del 4 dicembre che con molti dettagli da la notizia che il Governo sta preparando un emendamento alla Legge Finanziaria che dovrà distribuire le entrate dovute al pagamento di una tassa del 5% di coloro che attraverso lo Scudo Fiscale faranno rientrare i capitali esportati all’estero.

Una notizia che peggiore non potrebbe essere per molti e vari motivi:

1)    I 3,2 miliardi che dovrebbero essere utilizzati da questo emendamento sono al momento del tutto aleatori, si suppone che ci saranno…ma ancora non ci sono.

2)    L’emendamento prevede “soldi per Tutti” finanziamenti alle banche e ai fondi internazionali (130 milioni), il finanziamento del 5 per mille alle Onlus, autotrasporto locale (400 e 400 milioni).

La fetta più consistente per un capitolo per le spese sociali che comprendono i soldi per i Comuni d’Abruzzo, ratifiche internazionali, sicurezza delle sedi diplomatiche, comparto marittimo….( Un mliardo e 350 milioni), fondo per la Solidarietà in agricoltura (250 milioni), Università (350 milioni), scuole private per 130 milioni!!! Etc. etc. Si capisce bene che con tali concorrenti sarà difficile far stanziare i 103 milioni per i libri di testo.

3)    I fondi di cui al punto precedente corrispondono alle promesse fatte dal ministro Tremonti ma ci sono quelle, ben più consistenti. fatte da Berlusconi ai giovani Industriali, alle piccole e medie industrie, per gli investimenti tecnologici delle imprese…praticamente ogni incontro, negli ultimi mesi, si è concluso con la promessa di un “pezzo di Scudo Fiscale”.

4)    Nella stessa finanziaria vengono promessi pezzi vari e consistenti, basta ricordare, che non essendoci denari per il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego il ministro Brunetta ha fatto inserire il comma che prevede una eventuale apertura contrattuale se dovessero esservi introiti superiori all’importo previsto…sempre dallo scudo fiscale. Le ultime notizie sui quotidiani ci informano che la spesa totale prevista per tutti gli emendamenti che il governo vorrebbe presentare ammonta ad 8,5 miliardi di euro!! Se non ci muoviamo, se non comincia la mobilitazione la vedo proprio triste per i libri di testo. 

5)    E’ evidente il tentativo indurre segmenti di popolazione ad una complicità o addirittura al “tifo” per la riuscita dello scudo, una legge criminale e criminogena per salvare dalla evasione fiscale (e da numerosi altri reati connessi) evasori ed esportatori di tutte le risme.

In questi giorni si è chiarito che non solo sono a rischio i libri di testo gratuiti per 2 milioni e mezzo di alunni delle elementari, ma sono a rischio anche i buoni libro per studenti delle medie e superiori le cui famiglie non superano i 15.000 euro di reddito.  Quindi non c’è tempo da interporre ad una ripresa della mobilitazione del mondo della scuola dall’Infanzia all’Università, dei cittadini per difendere non solo le tasche dei lavoratori ma lo stesso dettato e principio costituzionale.

Infatti non va dimenticato che l’obbligo e la  gratuità sancite dalla Costituzione hanno costituito un fondamento per esemplificare la universalità dei diritti, la loro esigibilità ed il senso della progressività delle tasse ed imposte.

Piero Castello

venerdì 4 dicembre 2009

Verbale dell'assemblea pubblica del 24 novembre 2009 presso Planetarietà.

ASSEMBLEA PUBBLICA SULLA SCUOLA
(PLANETARIETA’- 24/11/09 )

Introduce Maria Zerbino (genitore scuola Crispi, insegnante liceo Montale): come è nata l’idea di questa iniziativa? L’anno scorso, un gruppo di persone, docenti, personale amministrativo, genitori di alcune scuole del XVI Municipio, ha cominciato a ragionare sulle conseguenze della riforma Gelmini che stava investendo la scuola elementare e sugli effetti che i tagli alla scuola imposti dalla Finanziaria avrebbero prodotto sulla scuola tutta. Si è costituito quindi un Coordinamento misto che ha discusso e lavorato su questi temi e che ha avuto un forte momento di mobilitazione e di visibilità in occasione del “Raduno Pop per la scuola pubblica”, una giornata di musica, spettacolo, informazione e protesta che si è svolta a Villa Pamphili il 24 maggio scorso ed ha visto la partecipazione di un gran numero di persone. Da questo gruppo è nata l’idea di allargare il confronto anche ad altre scuole che non avevano partecipato direttamente agli incontri dello scorso anno. La proposta è quella di costruire un “Osservatorio sulla scuola” per monitorare cosa sta succedendo nelle scuole del Municipio. L’intento è quello di creare un gruppo che lavora sui temi della scuola e su iniziative comuni che riguardino non solo una critica alla riforma Gelmini, ma che rifletta anche su un’idea di scuola come noi la vorremmo. Abbiamo creato anche un blog (www.sediciscuola.blogspot.com) su cui si possono leggere le informazioni che via via raccogliamo e su cui potete intervenire tutti con le vostre riflessioni e i vostri contributi.

Monica Smoliko (insegnante scuola Crispi): dopo l’approvazione della legge c’è stato uno sgonfiamento del movimento che era stato corposo e molto attivo in una prima fase. Nella scuola elementare Crispi, anche grazie alla Dirigente che ha utilizzato alcune risorse che non erano dedicate a questo fine, la situazione non è drammatica: per esempio la compresenza è stata salvata. La compresenza è una risorsa perché è il luogo del recupero, del sostegno ai più deboli, serve per le uscite. Le ore delle compresenze invece sono state utilizzate dalla maggior parte dei Dirigenti per le supplenze. Abbiamo assistito al taglio dei collaboratori scolastici, il personale ATA è diminuito: la conseguenza è stato il rallentamento di tutte le attività e l’insorgere di un problema di sicurezza. E’ saltata la continuità didattica, e non perché, come dice la Gelmini, i docenti hanno la smania di chiedere trasferimenti da un Istituto ad un altro.

Simona Luciani (genitore scuola Crispi, insegnante liceo Kennedy): la riforma alle superiori va a regime l’anno prossimo, ma già abbiamo assistito ad alcune disfunzioni dovute ai tagli del personale, all’aumento del numero degli studenti per classe e all’aumento delle ore frontali (che devono essere da quest’anno 18 per tutte le discipline): ciò ha fatto saltare sia la copertura delle classi in caso di assenza giornaliera di un docente (il problema delle supplenze fino all’anno scorso era in gran parte risolto dai docenti che avevano cattedre inferiori alle 18 ore), sia lo spezzettamento delle ore, per cui un docente si trova ad insegnare materie collegate come storia e filosofia o matematica e fisica, o italiano e latino in classi diverse, a scapito della coerenza didattica . Molti insegnanti hanno perso le loro classi, pur restando nello stesso istituto, solo per “coprire” le 18 ore. A discapito di qualsiasi progetto didattico quello che conta è fare più ore frontali.
La Fondazione Agnelli ha compiuto uno studio che evidenzierebbe che la discontinuità didattica è dovuto alle richieste di trasferimento da parte dei professori. Non si tiene conto delle richieste “coatte”a causa della perdita di cattedre né del fatto che spesso i docenti rimangono nella stessa scuola ma perdono ugualmente le loro classi.

Monica: noi riteniamo che le riforme dovrebbero essere guidate da idee pedagogiche, non dalla logica del risparmio. Tra l’altro nella nostra scuola il contributo “volontario” (che non si può chiamare tale perché va a coprire spese essenziali per la scuola), è passato da 60 a 80 euro.

Roberto Renna (Genitore Crispi e insegnante al Cine TV): la nostra scuola è stata dotata, a causa dell’influenza suina, di 1500 euro per il sapone, ma per contro a me è stata assegnata un’ora di insegnamento in una quinta che non ho mai conosciuto prima, perché mi mancava un’ora per arrivare alle fatidiche 18 ore. Bisognerebbe non accettare più assurdità del genere, altrimenti si diventa complici di questi meccanismi.

Gaia (studentessa del Manara): faccio parte anche dell’assemblea cittadina degli studenti medi, che sta cercando di stabilire una piattaforma politica comune da portare avanti. Non ritengo che l’occupazione sia un metodo efficace per ottenere qualcosa. E’ necessario fare informazione e produrre anche qualcosa di costruttivo. Anche tra i nostri docenti c’è che molto sconforto, ma non riusciamo ad avere una collaborazione fattiva con loro.

Antonella insegnante dell’ Iqbal Masik: siamo in ritardo, siamo testimoni di uno smantellamento gravissimo della scuola pubblica. Dobbiamo fare un salto operativo: avremmo dovuto definire prima cosa si poteva ancora fare sul tema delle compresenze, sapendo che la legge non parlava apertamente di abolire la compresenza; l’art. 28 del Contratto Nazionale prevede che le compresenze debbano qualificare gli interventi educativi, sono quindi garantite istituzionalmente. Questo contratto c’è ancora. Ci siamo coordinati poco e male. Molte scuole vantano crediti tra i 280 e 300 mila euro. Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità e muoverci con i rappresentanti delle nostre scuole. Stiamo facendo karakiri da soli perché per le supplenze esterne sono stati elargiti tutti i soldi che sono arrivati, mentre non sono arrivati quelli per le supplenze interne, che è un altro capitolo di spesa. Ci sono emanazioni ministeriali che dicono di chiamare supplenti anche sotto i 15 giorni: utilizziamolo. Il vero problema è che abbiamo perso potere contrattuale nei collegi, abbiamo rimesso tutto nelle mani dei dirigenti.
La CGIL ha aperto il tavolo delle per avere qualcosa per il funzionamento, ma non ha appoggio, non è sostenuta.

Serena (studentessa del Manara, ex rappresentante al Consiglio d’Istituto): scrive su “ZaiNet”. E’ d’accordo sull’opportunità di coordinare le forze del territorio, per esempio ripetendo anche un evento musicale. Non si vede da fuori che ci stiamo muovendo: un’iniziativa come quella musicale potrebbe attrarre anche chi si è assuefatto alla situazione. Sarebe importante contattare i giornali di quartiere.

Paolo Vernaglione (docente Liceo Manara e RSU): non c’è una grande movimento perché ci hanno criminalizzato. La riforma Gelmini nella scuola primaria è stata in parte frenata dalle proteste: i tagli sono stati spalmati su tre anni, la situazione delle compresenze non è così grave, il maestro unico non è diventato una realtà. Le occupazioni nelle scuole sono l’unico mezzo che abbiamo per poterci far sentire. Abbiamo perso il potere di contrattazione decentrata perché i sindacati confederali hanno barattato un lieve aumento con i diritti minimi. Cosa possiamo fare? Dobbiamo boicottare questa scuola: rivendicare la scuola come bene comune. Tutte le mediazioni sono fallite. I Collegi dei docenti saranno eliminati, così come i Consigli d’Istituto. I comitati dei genitori saranno enti privati che competeranno con i consigli d’amministrazione delle scuole per prendere le decisioni che riguardano la scuola.

Viviana (insegnante precaria, ora alla Sauro, Monte Mario): vivo in una realtà addormentata, si sente solo la presenza di un dirigente tuttofare, gli insegnanti sono impauriti, nelle classi prime c’è una girandola di insegnanti, non esistono compresenze, utilizzate per coprire le classi e non sono sufficienti comunque. I genitori non si capisce bene se siano a conoscenza di quello che succede ai loro figli: l’altro giorno c’erano dei bimbi che non avevano l’insegnante e io li ho portati a mensa con la mia classe, e non hanno potuto far altro che a vedere gli altri che mangiavano.

Stefania Mazzoni (insegnante della media De André): la scuola è grande ed è divisa in due plessi, con classi per lo più a tempo pieno: abbiamo perso più di 20 insegnanti, oltre al personale ATA (sia bidelli che in segreteria), abbiamo meno AIC (operatori per gli handicappati). C’è stato un grosso problema per formare la cattedra di Lettere a 18 ore: so che in alcune scuole l’ultimo docente in graduatoria ha avuto un’ora per classe (18 classi!). Per evitare ciò noi abbiamo avuto un orario “ballerino” per 15 giorni. L’attività didattica ha avuto rallentamenti notevoli. Giorno dopo giorno ci siamo accorti di come è cambiata la scuola: bussavano ogni giorno per smembrare le classi o per inserire alunni che non si avvalgono della religione perché abbiamo potuto attivare l’attività alternativa alla religione.
Invece di chiamare i supplenti, il Collegio Docenti ha deliberato di pagare le supplenze con i soldi del Fondo d’Istituto, che dovrebbero essere dedicati ad altre attività, come quelle di potenziamento per esempio. Gli insegnanti di sostegno sono i primi a essere tolti dalle loro classi per coprire quelle scoperte. C’è una connivenza però da parte degli insegnanti, e chi si mette di traverso è anche malvisto.

Valeria Marzano (Genitore di scuola media Gianicolo): i figli non si avvalgono dell IRC (sono in 6 in tutto nella classe) e vengono mandati in una classe dove non hanno il banco e hanno solo 4 sedie. 30 anni fa ho passato tutte le ore di religione con la bidella, speravo che per i miei figli ci sarebbe stata una situazione migliore. Inoltre ora sono molti di più gli alunni che non si avvalgono.

Maria: mio figlio alla Crispi viene portato dall’insegnante a disposizione nella classe dove fa supplenza; al Montale ci sono solo due possibilità, o studio individuale oppure entrata posticipata o uscita anticipata.

Marzia Ventimiglia: molti insegnanti, o addirittura le segreterie delle scuole invitano i genitori a cambiare idea, ad avvalersi dell’ora di religione per non creare problemi.

Piero Castello (maestro in pensione): Non è vero che il Movimento non è riuscito in nulla: grazie al Movimento dell’anno scorso ci sono state più richieste di tempo pieno e abbiamo ottenuto il ritardo della riforma di un anno. Sono stati salvati 180.000 posti di lavoro, non sono state chiuse le scuole nei piccoli paesi. Dal 2010 però sembra che i libri non saranno più gratuiti (sono stati tolti 103 milioni di euro ai comuni per i libri di testo alle elementari). Propone un corteo di protesta fino al Ministero.

Giovanni Vetritto(genitore, presidente del Consiglio di Circolo della Lola di Stefano Forlanini): altro che maestro unico! In una classe ci sono 7 insegnanti: 3 fissi più 4 che vanno in classe un ora al mese. C’è una diffusa ignoranza tra i docenti anche sulle loro competenze. Noi abbiamo bisogno di un movimento nazionale, che sia visibile, e che abbia la forza anche economica di guidare ricorsi al TAR.

Donatella (insegnante Lola Di Stefano): da noi i tagli hanno fatto perdere tre insegnanti, e 66 ore sono rimaste scoperte. Il Collegio aveva approvato il sistema delle supplenze (interne?) già a giugno perché la sensazione era di non potercela fare, ma la circolare sulle supplenze è arrivata dopo. Sono d’accordo con l’idea di cercare un appiglio nazionale, per avere maggiore visibilità ed essere più forti.

Antonio (genitore Malpighi): laddove c’è una dirigente in gamba è più facile resistere. Altrimenti bisogna mettersi a studiare circolari, leggi. Ma il sindacato che fa?
I liceali chiedono aiuto ai docenti.
Restringiamo un po’ i tavoli, non parliamo di casi specifici (solo elementari)

Marzia Bacci (insegnante Crispi): Accenna al problema della scuola dell'infanzia: il tentativo è quello di toglierla dal comparto scuola e metterla nel comparto assistenziale, in questa direzione va anche l'anticipo per i bambini di due anni e mezzo. Per quanto riguarda il movimento propone di incontrarci con cadenze fisse in scuole diverse, in modo da coinvolgere tutte le scuole.

Riccardo (genitore Forlanini): dovremmo creare un pull di avvocati e compiere azioni legali in tutti i casi in cui vediamo che il diritto allo studio viene messo in discussione.

Daniela Pagliai (docente di storia dell’arte al Montale): la riforma prevede l’eliminazione delle sperimentazioni, il dimezzamento del numero di insegnanti di storia dell’arte, complessivamente il risultato è un impoverimento dell’offerta formativa.

Marta Sereni(insegnante del liceo Malpighi): il sedicesimo Municipio tramite Cristina Maltese della Commissione Cultura e Scuola ci ha comunicato che intende aprire un tavolo di incontro con le scuole del quartiere. Io penso che al nostro Movimento sia utile e proficuo avere una sponda istituzionale; dovremmo raccogliere questa proposta.

Marilisa (insegnante di sostegno precaria alla Gianicolo): le classi sono piccole e quando gli alunni vengono divisi non ci sono le sedie per ospitarli, neanche al piano. Nel consigio di classe sono 4 o 5 precari: questo significa che ciò che si costruisce finisce quest’anno. Ringrazio per l’iniziativa e proporrò ai miei colleghi di seguire il blog.

Paola De Meo (Insegnante dell’Ikbal) : ho gestito il sito del Movimento “Non rubateci il futuro”. La scuola Manzoni sull’Appia vuole fare un film con Giustizia e libertà. I precari intendono organizzare un corteo, partire dalle realtà territoriali. Come scuola abbiamo rifiutato il minuto di silenzio e questa cosa ha spaventato metà del Collegio. La dirigente Salacone, in seguito a 3 interrogazioni parlamentari, ha ricevuto una lettera d’accusa, con l’imputazione di avere portato disdoro alla scuola: l’intento era quello di spaventare docenti e dirigenti, ed in parte è andato a buon fine.
Nella nostra scuola ci sono 180 ragazzini rom, di cui molti ben inseriti, ma il lavoro di accoglienza è stato fortemente disturbato dallo sgombero delle loro famiglie.
E’ stato fatto un ricorso che chiede la sospensiva del decreto sugli organici perché manca il Regolamento, ma il Ministero ha fatto una specie di sanatoria . A chi ci appelliamo allora? Rimane solo la Corte Europea. Il ricorso del Tar vinto dall’Anief è valido solo per quelli che hanno partecipato al ricorso.
Su Rete Scuole c’è un Manifesto dei Docenti. Esiste inoltre un Coordinamento di genitori, Consiglieri di circolo e Presidenti di Circolo a Modena, che raggiunge il 50% degli istituti della città. Dovremmo collegarci a loro e creare una struttura analoga.

In conclusione l’assemblea si ritiene soddisfatta di aver ampliato il confronto e di aver raccolto le esperienze di altre scuole. Si propone di valutare la possibilità di svolgere gli incontri futuri a rotazione nelle diverse scuole del Municipio e di lavorare ad iniziative comuni costruttive sia per individuare gli aspetti positivi da salvaguardare nella scuola sia per promuovere azioni di protesta sulle misure che devono ancora essere approvate.
Sul blog www.sediciscuola.blogspot.com si possono trovare le informazioni relative a tali attività o comunicare proposte e riflessioni.

mercoledì 2 dicembre 2009

Novità sul taglio di 103 milioni di euro

Il taglio di 103 milioni di euro riguardava il capitolo 7243 del Ministero degli interni:"contributi per garantire la gratuità totale o parziale dei libri di testo in favore degli alunni che adempiano l'obbligo scolastico in possesso dei requisiti richiesti, nonché alla fornitura di libri di testo da dare in comodato anche agli studenti della scuola secondaria superiore".

Il governo ne proporrà il ripristino con un proprio emendamento ad oggi ancora non disponibile perché una prima versione di utilizzo dei fondi recuperati con lo scudo fiscale è stata giudicata inammissibile.

Il capitolo in questione, riportato nella documentazione che segue, nasce per finanziare la gratuità dei libri nella scuola secondaria almeno fino al primo biennio e della superiore e poi dopo anche con il comodato. Tale gratuità non è generalizzata ma riguarda alunni con particolari condizioni di reddito vedasi allegato DPCM.

Poiché ai comuni sono stati tagliati per via dell’ICI 600 milioni per quest’anno che diventano 800 l’anno prossimo e poiché la Gelmini ha lanciato l’idea (vedi articolo del 2008) di eliminare al gratuità generalizzata nella primaria. Il taglio di tutto il capitolo 7243 che recava nel titolo la gratuità voleva significare un attacco generalizzato a tutto il sistema. Il governo d’altra parte quando ha assicurato di ripristinare il taglio non ha mai rivendicato che la scuola primaria fosse risparmiata dalle sue misure.

Osvaldo Roman

Gelmini a Il Giornale, 2 ottobre 2008:

Libri gratuiti alle elementari soltanto per chi viene da una famiglia con reddito basso. Chi non ha problemi economici dovrà cominciare a pagare i testi scolastici per i propri figli fin dalla scuola primaria. Per il momento è soltanto un’ipotesi lanciata dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, durante il suo intervento agli Stati generali dell’editoria.«Si può discutere la proposta, già emersa al tavolo con gli editori - spiega il ministro -. Oggi lo stato spende 65 milioni per i libri della scuola primaria. Si può distribuire meglio queste risorse, spalmando la cifra oltre la scuola primaria, sugli studenti che ne hanno effettiva necessità, favorendo così la prosecuzione degli studi anche oltre l’età dell’obbligo».
Insomma evidentemente le polemiche sollevate da parte dei sindacati e le critiche che arrivano a pioggia dall’opposizione invece di frenare l’impeto innovativo del ministro le servono da tonico. Dunque dopo il maestro unico ed il ritorno del voto in decimi pure in condotta, la Gelmini mette sul tavolo un’altra piccola rivoluzione e sempre nella scuola primaria, dove i libri di testo sono a carico delle casse pubbliche. L’idea è quella di risparmiare alle elementari lasciando pagare alle famiglie più abbienti il costo dei libri in modo da poter aiutare i più bisognosi almeno fino alla fine dell’obbligo e oltre.
L’ingresso alle medie di un figlio costa salatissimo alle famiglie, intorno ai trecento euro per comprare tutti i testi al primo anno. La possibilità di avere i libri gratis anche alle superiori, dove i costi superano i cinquecento euro a studente, determinerebbe una situazione di maggiore equità perché la scelta di far proseguire gli studi al proprio figlio sarebbe facilitata alle famiglie con minori disponibilità economiche.
Agli editori scolastici poi il ministro ha chiarito il funzionamento delle nuove norme introdotte dal governo sui libri di testo per venire incontro alle esigenze di risparmio delle famiglie. La norma contenuta nel decreto sulla scuola, attualmente in discussione alla Camera, prevede che gli editori si impegnino a mantenere invariato il contenuto dei libri di testo per un quinquennio e che l’adozione dei libri abbia cadenza quinquennale. «La norma non ha valore retroattivo e riguarda soltanto i nuovi libri di testo - spiega il ministro -. Auspico che ciò che si è tolto oggi agli editori possa essere restituito in futuro». E mentre la Gelmini procede con determinazione lungo la strada del rinnovamento sindacati e opposizione cavalcano la protesta contro il governo. Oggi mobilitazione a Roma dove è previsto un volantinaggio sotto il ministero in viale Trastevere e varie iniziative anche all’interno degli istituti. Venerdì è stato proclamato uno sciopero dall’Unicobas al quale si è accodato pure Antonio Di Pietro.

Documentazione:
Circolare F.L. 24 / 1999

Ai Commissari del Governo presso le Regioni
LORO SEDI

Ai Prefetti della Repubblica
LORO SEDI

Ai Provveditori agli Studi
LORO SEDI

OGGETTO:Art. 27 l. 23.12.1998, n, 448 - Fornitura gratuita dei libri di testo agli studenti della scuola dell’obbligo e della scuola secondaria superiore - Applicazione - D.P.C.M. 5.8.1999, n. 320.

L’avvenuta pubblicazione nella G.U. n. 218 del 16 settembre 1999 del D.P.C.M. indicato in oggetto consente di attivare la procedura preordinata all’applicazione delle disposizioni che esso propone e, in primo luogo, quella relativa alla ripartizione, secondo le modalità delineate dall’art. 3, della somma (L. 200 miliardi) messa a disposizione dalla legge n. 448 (art. 27, comma 5) per la fornitura gratuita, totale o parziale, dei libri di testo agli studenti della scuola dell’obbligo e secondaria superiore statale e non statale.

Il provvedimento, essendo finanziato per un solo anno, cesserà di produrre effetti dall’anno scolastico successivo a quello in corso; le provvidenze che esso prevede sono aggiuntive (comma 2 dell’art. 27) rispetto a quelle già destinate dalle Regioni alla fornitura, anche in comodato, di libri di testo sulla base di leggi nazionali o regionali.

E’ appena il caso di rammentare che per il settore della scuola elementare, come prevede l’art. 1 comma 5 del decreto, continua a trovare applicazione il principio della gratuità, di cui all’art. 156, 1 comma, del d.lgs. n. 297 del 16 aprile 1994.

L’art. 3 del decreto disciplina, con espresso rinvio alle allegate tabelle A(1) e A (2), la ripartizione tra le Regioni della somma stanziata dal precitato art. 27. Poiché essa non comporta il trasferimento delle relative somme fino al momento in cui le Regioni non trasmetteranno i piani di riparto tra i Comuni, si richiama l’attenzione delle Amministrazioni interessate sull’esigenza di provvedere allo scopo con la massima urgenza e comunque entro il 30 settembre c.a.

Ove le regioni non provvedano entro tale data, le somme assegnate a ciascuna regione secondo le modalità previste al comma 4 della disposizione in argomento sono assegnate ed erogate ai comuni dal Ministero dell’interno sulla base degli indici di degrado e della popolazione residente in età scolare considerate a livello regionale secondo gli ultimi dati disponibili.

Il Ministero dell’interno su richiesta formale delle singole regioni, in applicazione del comma 3 dell’articolo 3 del D.P.C.M. 5 agosto 1999, n.320 provvederà a disporre direttamente l’attribuzione ai comuni delle quote loro assegnate dal piano regionale di riparto.

Le regioni sono tenute, per ogni ente, ad indicare il codice identificativo utilizzato dal Ministero dell’interno ovvero il codice ISTAT, la descrizione e l’importo.

Al fine di evitare possibili disguidi, si invitano le regioni a recapitare la necessaria documentazione per le vie brevi al seguente indirizzo: Ministero dell’interno - Piazza del Viminale - Direzione generale dell’amministrazione civile - Direzione centrale per la finanza locale ed i servizi finanziari - Segreteria - 4° piano stanza 99 bis - dalle ore 8,30 alle 14,00 e dalle 14,30 alle 19,30.

L’art. 1, commi 1 e 2, del provvedimento individua come beneficiarie della fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo le famiglie la cui situazione economica, determinata a norma dell’art. 2, sia equivalente o inferiore a 30 milioni annui di reddito.

La scelta di ancorare i benefici al possesso di un reddito netto al consumo di trenta milioni secondo le statistiche rilevate dall’Istat è dovuta alla circostanza che tale reddito corrisponde a poco più di quaranta milioni di reddito lordo familiare, considerato dalla Commissione povertà presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri come soglia al di sotto della quale, per una famiglia con un figlio, inizia l’area di maggior disagio economico.

Secondo i principi del decreto legislativo 109/1998, per ottenere un reddito netto equivalente "reale" si è ritenuto di dover sottrarre al reddito netto dichiarato gli oneri sostenuti dalla famiglia eccedenti gli oneri medi abituali della famiglia tipo, costituita da due genitori e un figlio.

Come è noto, il Ministero della Pubblica Istruzione, con nota n. 41091/BL del 5 agosto u.s., ha provveduto ad anticipare, tramite i Provveditori agli Studi., alle scuole lo schema di D.P.C.M., invitandole ad effettuare al riguardo una larga azione di informazione tra le famiglie.

Tale circostanza consente ora alle istituzioni scolastiche di acquisire con la massima sollecitudine dai soggetti interessati, come individuati dall’art. 1, comma 3, del decreto, le domande di accesso al beneficio e di trasmetterle, quindi, tempestivamente, ai Comuni, per l’attivazione degli adempimenti di propria competenza.

Allo scopo di rendere il più possibile spedito ed efficace l’intervento previsto dalla legge in favore delle famiglie, si rappresenta ai Comuni la necessità di definire con la massima celerità possibile il procedimento preordinato alla definizione degli adempimenti di propria competenza (valutazione della situazione economica dei richiedenti, individuazione dei beneficiari, determinazione dei criteri per l’assegnazione delle provvidenze, erogazione delle medesime).

Al fine del monitoraggio dei criteri adottati dai comuni nell’attribuzione della quota parte del fondo destinato alla fornitura dei libri di testo, i medesimi enti predisporranno, a chiusura delle operazioni, un’apposita scheda conforme all’allegato A alla presente circolare da inviare al Ministero dell’interno - Direzione generale dell’amministrazione civile - Direzione centrale per la finanza locale ed i servizi finanziari.

Per corrispondere a quesiti pervenuti in ordine all’applicazione delle disposizioni del decreto che interessa si forniscono i seguenti chiarimenti:
1) Il nucleo familiare dello studente è composto dal richiedente il beneficio e da tutti coloro, anche se non legati da vincolo di parentela, che risultano nel suo stato di famiglia anagrafico alla data della presentazione della domanda. Qualora dallo stato di famiglia non risultino conviventi, sono comunque considerati facenti parte del nucleo familiare: in assenza di separazione o di divorzio; i genitori dello studente e gli altri figli fiscalmente a loro carico; nel caso di separazione legale o di divorzio, il genitore cui lo studente sia stato affidato o gli altri figli fiscalmente a suo carico; eventuali soggetti in affidamento ai genitori dello studente alla data di presentazione della domanda.
2) Il reddito netto, che è dato dal reddito complessivo diminuito dell’importo IRPEF (comprensivo dell’addizionale regionale IRPEF), è desumibile dai modelli di seguito specificati:

  • CUD - REDDITO NETTO: è dato dai REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE ED ASSIMILATI, indicati al punto 1, aumentati dai REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE CHE NON POSSONO USUFRUIRE DELLE DETRAZIONI, indicati al punto 2 e diminuiti delle RITENUTE indicate al punto 9 e dell’ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF indicata al punto 20;
  • 730/99 (Mod. 730.3) - REDDITO NETTO: è dato dal REDDITO COMPLESSIVO indicato al rigo 6, diminuito della IMPOSTA NETTA indicata al rigo 18, e dell’ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF, indicata al rigo 28;
  • UNICO 99- REDDITO NETTO: è dato dal REDDITO COMPLESSIVO indicato al rigo RN1 diminuito dell’IMPOSTA NETTA, indicata al rigo RN15, e dell’ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF, indicata al rigo RV2.

  1. 1. Il reddito delle attività finanziarie è costituito da tutti gli interessi, dividendi e, in genere, rendite derivanti da investimenti mobiliari percepiti al 31.12.1998 e non risultanti dalla dichiarazione dei redditi.
  2. 2. Conformemente a quanto previsto nell’art. 2 comma 5, lett. a) del decreto, le detrazioni di L. 2.500.000 e L. 3.500.000 concernenti i nuclei familiari residenti in abitazione in locazione, indicati nella lettera B dell’allegato B al decreto, sono alternative.

Si pregano le SS.LL. di portare, con la massima urgenza, la presente nota a conoscenza, rispettivamente, delle Regioni, dei Comuni e delle istituzioni scolastiche.

Si ringrazia per la cortese collaborazione.

Roma lì 23 settembre 1999.

Nota tecnica dell'ANCI sulla questione dei fondi per i libri di testo alle elementari

In relazione a notizie di stampa sulla questione dei fondi per la fornitura dei libri di testo per le scuole elementari si deve precisare che il taglio di 103 milioni di euro dal capitolo 7243 della finanziaria per gli anni 2010 e 2011, con previsione di rifinanziamento per l’anno 2012, non concerne il finanziamento dei libri di testo delle scuole elementari ora primarie.

Il taglio si riferisce infatti al capitolo 7243 (Somma occorrente per la fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo nella scuola dell’obbligo e il comodato nella scuola superiore) appostato nello stato di previsione del Ministero dell’Interno, nell’ambito della Missione “Relazioni finanziarie con le autonomie locali” e del programma Trasferimenti agli enti locali.
Si tratta dunque di fondi per gli alunni meno abbienti che frequentano le scuole dell’obbligo (elementare, medie e i primi due anni delle superiori), la somma stanziata (pari a circa 200 miliardi di lire) è rimasta invariata rispetto a quella prevista nell’ art. 27 della legge n.448 del 27 dicembre 1998. pur essendo ovviamente aumentato il costo dei libri negli ultimi 10 anni.

La Finanziaria per il 2010 ha previsto anche una riduzione del capitolo 3044 appostato nello stato di previsione del Ministero dell’Economia, (Somme da trasferire alle Regioni per borse di studio per la frequenza di scuole dell’obbligo). Si tratta di uno stanziamento istituito per l’attuazione del Diritto allo studio con D.P.C.M. 14 febbraio 2001 sotto forma di regolamento attuativo dell’articolo 1, comma 9, della legge 10 marzo 2000, n. 62, sulla parità, sotto la voce borse di studio.
La somma stanziata nel bilancio statale è risultata sempre inferiore alle necessità delle famiglie, tanto che molte regioni hanno ampliato il fondo e contribuito all’assegnazione ai comuni di somme integrative per venire incontro alle necessità degli studenti.

L’Anci ha già avanzato proposte emendative sia per il ripristino e l’adeguamento della somma riferita alla fornitura gratuita e semigratuita dei libri di testo (cap. 7243) che per l’adeguamento del fondo per le borse di studio (cap. 3044).

Altra cosa è la questione dei libri di testo delle scuole elementari che gravano già da tempo pressochè per intero sui bilanci comunali e per cui l’Anci ha da tempo richiesto un adeguamento.

L’attribuzione della competenza ai comuni è stata disposta con il DPR 616/77. I fondi inizialmente furono aggiunti ai trasferimenti statali nell’importo della spesa relativa all’anno 1978, incrementato del tasso d’inflazione programmato, con le leggi per la finanza locale dal ‘79 all’85.

Dal 1986 furono consolidati – secondo l’importo dell’anno 1985 – nel fondo unico allora istituito, negli anni successivi non venne fatti più alcun riferimento e l’importo base restò quello fotografato dall’86.

Il fondo unico - nel quale è confluita anche la spesa relativa ai libri di testo - negli anni ha subito continue e sostanziali riduzioni, determinando che attualmente l’onere per i libri di testo delle scuole elementari sono sostenuti quasi interamente dai Comuni.