Centro Studi sul Paesaggio, l'Unidiversità Bravetta, Ambiente Roma 16, Monteverde Antirazzista
domenica 27 dicembre 2009
Invito da "Monteverde antirazzista"
Centro Studi sul Paesaggio, l'Unidiversità Bravetta, Ambiente Roma 16, Monteverde Antirazzista
martedì 15 dicembre 2009
Riforma secondo ciclo: stop dal Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato chiede chiarimenti al Ministero sui tre schemi di Regolamento. Si allungano i tempi e l'avvio della riforma si allontana di nuovo. | ||
I tempi per l’approvazione definitiva dei Regolamenti sulla scuola del II ciclo (licei, istruzione tecnica e istruzione professionale) si allungano e il rinvio della riforma di un anno è ormai molto di più che una semplice ipotesi. Sui tre provvedimenti, infatti, mancano ancora i pareri delle Commissioni parlamentari che invece avrebbero dovuto concludere i propri lavori entro la fine di novembre. Ma, soprattutto, c’è lo stop del Consiglio di Stato che in data 9 dicembre ha pubblicato i pareri sui singoli schemi di regolamento con una conclusione identica: “Sui punti segnalati occorre che il Ministero dell’istruzione fornisca i chiarimenti richiesti. All’esito, la Sezione si riserva la facoltà di disporre l’audizione del Capo dell’Ufficio legislativo del Ministero, nonché del dirigente generale competente all’istruttoria del regolamento”. Per intanto il Consiglio “sospende l’emanazione del parere in attesa degli adempimenti di cui in motivazione”. Quali sono dunque i punti sui quali il Ministero deve fornire chiarimenti ? Intanto uno è di carattere generale e riguarda le modalità di applicazione dei regolamenti. Nella versione attuale è previsto che vengano demandati alla decretazione ministeriale le indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento, l’articolazione delle cattedre o la definizione degli indicatori per la valutazione. Il CdS fa tuttavia rilevare che un provvedimento del genere dovrebbe essere un atto avente forza di legge (ovviamente i tempi per l’adozione di un ulteriore regolamento sono ben diversi da quelli necessari per l’emanazione di un semplice decreto ministeriale). Ci sono poi altre questioni, come per esempio quella relativa alla quota del curricolo lasciata alla decisione delle singole scuole in modo da consentire una maggiore corrispondenza alle esigenze culturali e produttive del territorio. Il CdS chiede al Ministero di chiarire se le disposizioni contenute nei regolamenti siano state raccordate con le norme contenute nel Regolamento sull’autonomia. E, proprio in materia di autonomia, arrivano dal Cds le “bacchettate” più pesanti: i regolamenti prevedono che le istituzioni scolastiche costituiscano dipartimenti, quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti, per il sostegno alla didattica e alla progettazione formativa, nonché un comitato scientifico formato da docenti e da esperti esterni. Il CdS esprime forti perplessità sulla creazione di tali organi che, invece, dovrebbe essere lasciata - sottolinea sempre il Consiglio - alla libera determinazione delle autonomie scolastiche. Senza contare che i comitati tecnico-scientifici dovrebbero funzionare a costo zero non essendo previsto nessun gettone di presenza neppure per gli esperti esterni. Non mancano, infine, le perplessità sulle modalità di passaggio al nuovo ordinamento, soprattutto per quanto concerne i licei e gli istituti tecnici. “E' opportuno - sottolinea infatti il CdS - che il Ministero dell’istruzione illustri la graduazione di tale passaggio, anche con riguardo alla tutela dell’affidamento degli studenti che, trovandosi nelle situazioni di transito, subiranno una modificazione dell’iter formativo prescelto”. | ||
di Reginaldo Palermo da www.latecnicadellascuola.it 13/12/2009 |
venerdì 11 dicembre 2009
Il Morgagni incontra l’Africa
martedì 15 dicembre 2009
Liceo Morgagni
Via Fonteiana 125 – 00152 Roma
PROGRAMMA
Ore 18.30 – Presentazione del progetto “Insieme per crescere – Tukue Pamoja” agli studenti del Morgagni
Saranno presenti per la prima volta in Italia 11 studenti kenioti e gli studenti italiani partecipanti al progetto “Insieme per crescere – Tukue Pamoja”, scambio interculturale con il Kenya
Ore 20.30: Proiezione del video – progetto
Ore 21,15 – concerto di ritmi e percussioni africane
- Gruppo percussioni Morgagni di Pape Seck
- Canti e ritmi degli studenti Kenyoti
- Wamde – ritmi e melodie dell’Africa occidentale
- Perc di Badara Seck, griot dal Senegal
martedì 8 dicembre 2009
Nuovo appuntamento
Giovedì 10 dicembre
presso la sala Intermundia
Via Nino Bixio 83-85
alle ore 17
Partecipiamo!
sabato 5 dicembre 2009
Nessun dubbio: i soldi per i libri di testo non ci sono
La notizia del 4 dicembre taglia la testa al toro: non ci sono dubbi i 103 milioni destinati alla gratuità dei libri di testo la cui spesa doveva essere finanziata con lo stanziamento del capitolo 7243 del bilancio del Ministero dell’Interno non ci sono più!
Lo stato avrebbe dovuto, come tutti gli anni, trasferire questi denari alle Regioni e ai Comuni i quali a loro volta avrebbero sostenuto la spesa per l’acquisto.
Dopo qualche dubbio sulla reale destinazione di questi denari il Governo ha eliminato qualsiasi dubbio: i soldi non ci sono ma potranno esserci se passa alla Camera un emendamento alla finanziaria per il 2010 che ripristini il 103 milioni prelevandoli dagli introiti che vengono previsti dall’attuazione dello scudo fiscale. La notizia viene data dal “Sole 24 ore” del 4 dicembre che con molti dettagli da la notizia che il Governo sta preparando un emendamento alla Legge Finanziaria che dovrà distribuire le entrate dovute al pagamento di una tassa del 5% di coloro che attraverso lo Scudo Fiscale faranno rientrare i capitali esportati all’estero.
Una notizia che peggiore non potrebbe essere per molti e vari motivi:
1) I 3,2 miliardi che dovrebbero essere utilizzati da questo emendamento sono al momento del tutto aleatori, si suppone che ci saranno…ma ancora non ci sono.
2) L’emendamento prevede “soldi per Tutti” finanziamenti alle banche e ai fondi internazionali (130 milioni), il finanziamento del 5 per mille alle Onlus, autotrasporto locale (400 e 400 milioni).
La fetta più consistente per un capitolo per le spese sociali che comprendono i soldi per i Comuni d’Abruzzo, ratifiche internazionali, sicurezza delle sedi diplomatiche, comparto marittimo….( Un mliardo e 350 milioni), fondo per la Solidarietà in agricoltura (250 milioni), Università (350 milioni), scuole private per 130 milioni!!! Etc. etc. Si capisce bene che con tali concorrenti sarà difficile far stanziare i 103 milioni per i libri di testo.
3) I fondi di cui al punto precedente corrispondono alle promesse fatte dal ministro Tremonti ma ci sono quelle, ben più consistenti. fatte da Berlusconi ai giovani Industriali, alle piccole e medie industrie, per gli investimenti tecnologici delle imprese…praticamente ogni incontro, negli ultimi mesi, si è concluso con la promessa di un “pezzo di Scudo Fiscale”.
4) Nella stessa finanziaria vengono promessi pezzi vari e consistenti, basta ricordare, che non essendoci denari per il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego il ministro Brunetta ha fatto inserire il comma che prevede una eventuale apertura contrattuale se dovessero esservi introiti superiori all’importo previsto…sempre dallo scudo fiscale. Le ultime notizie sui quotidiani ci informano che la spesa totale prevista per tutti gli emendamenti che il governo vorrebbe presentare ammonta ad 8,5 miliardi di euro!! Se non ci muoviamo, se non comincia la mobilitazione la vedo proprio triste per i libri di testo.
5) E’ evidente il tentativo indurre segmenti di popolazione ad una complicità o addirittura al “tifo” per la riuscita dello scudo, una legge criminale e criminogena per salvare dalla evasione fiscale (e da numerosi altri reati connessi) evasori ed esportatori di tutte le risme.
In questi giorni si è chiarito che non solo sono a rischio i libri di testo gratuiti per 2 milioni e mezzo di alunni delle elementari, ma sono a rischio anche i buoni libro per studenti delle medie e superiori le cui famiglie non superano i 15.000 euro di reddito. Quindi non c’è tempo da interporre ad una ripresa della mobilitazione del mondo della scuola dall’Infanzia all’Università, dei cittadini per difendere non solo le tasche dei lavoratori ma lo stesso dettato e principio costituzionale.
Infatti non va dimenticato che l’obbligo e la gratuità sancite dalla Costituzione hanno costituito un fondamento per esemplificare la universalità dei diritti, la loro esigibilità ed il senso della progressività delle tasse ed imposte.
Piero Castello
venerdì 4 dicembre 2009
Verbale dell'assemblea pubblica del 24 novembre 2009 presso Planetarietà.
(PLANETARIETA’- 24/11/09 )
mercoledì 2 dicembre 2009
Novità sul taglio di 103 milioni di euro
Il governo ne proporrà il ripristino con un proprio emendamento ad oggi ancora non disponibile perché una prima versione di utilizzo dei fondi recuperati con lo scudo fiscale è stata giudicata inammissibile.
Il capitolo in questione, riportato nella documentazione che segue, nasce per finanziare la gratuità dei libri nella scuola secondaria almeno fino al primo biennio e della superiore e poi dopo anche con il comodato. Tale gratuità non è generalizzata ma riguarda alunni con particolari condizioni di reddito vedasi allegato DPCM.
Poiché ai comuni sono stati tagliati per via dell’ICI 600 milioni per quest’anno che diventano 800 l’anno prossimo e poiché la Gelmini ha lanciato l’idea (vedi articolo del 2008) di eliminare al gratuità generalizzata nella primaria. Il taglio di tutto il capitolo 7243 che recava nel titolo la gratuità voleva significare un attacco generalizzato a tutto il sistema. Il governo d’altra parte quando ha assicurato di ripristinare il taglio non ha mai rivendicato che la scuola primaria fosse risparmiata dalle sue misure.
Osvaldo Roman
Gelmini a Il Giornale, 2 ottobre 2008:
Libri gratuiti alle elementari soltanto per chi viene da una famiglia con reddito basso. Chi non ha problemi economici dovrà cominciare a pagare i testi scolastici per i propri figli fin dalla scuola primaria. Per il momento è soltanto un’ipotesi lanciata dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, durante il suo intervento agli Stati generali dell’editoria.«Si può discutere la proposta, già emersa al tavolo con gli editori - spiega il ministro -. Oggi lo stato spende 65 milioni per i libri della scuola primaria. Si può distribuire meglio queste risorse, spalmando la cifra oltre la scuola primaria, sugli studenti che ne hanno effettiva necessità, favorendo così la prosecuzione degli studi anche oltre l’età dell’obbligo».
Insomma evidentemente le polemiche sollevate da parte dei sindacati e le critiche che arrivano a pioggia dall’opposizione invece di frenare l’impeto innovativo del ministro le servono da tonico. Dunque dopo il maestro unico ed il ritorno del voto in decimi pure in condotta, la Gelmini mette sul tavolo un’altra piccola rivoluzione e sempre nella scuola primaria, dove i libri di testo sono a carico delle casse pubbliche. L’idea è quella di risparmiare alle elementari lasciando pagare alle famiglie più abbienti il costo dei libri in modo da poter aiutare i più bisognosi almeno fino alla fine dell’obbligo e oltre.
L’ingresso alle medie di un figlio costa salatissimo alle famiglie, intorno ai trecento euro per comprare tutti i testi al primo anno. La possibilità di avere i libri gratis anche alle superiori, dove i costi superano i cinquecento euro a studente, determinerebbe una situazione di maggiore equità perché la scelta di far proseguire gli studi al proprio figlio sarebbe facilitata alle famiglie con minori disponibilità economiche.
Agli editori scolastici poi il ministro ha chiarito il funzionamento delle nuove norme introdotte dal governo sui libri di testo per venire incontro alle esigenze di risparmio delle famiglie. La norma contenuta nel decreto sulla scuola, attualmente in discussione alla Camera, prevede che gli editori si impegnino a mantenere invariato il contenuto dei libri di testo per un quinquennio e che l’adozione dei libri abbia cadenza quinquennale. «La norma non ha valore retroattivo e riguarda soltanto i nuovi libri di testo - spiega il ministro -. Auspico che ciò che si è tolto oggi agli editori possa essere restituito in futuro». E mentre la Gelmini procede con determinazione lungo la strada del rinnovamento sindacati e opposizione cavalcano la protesta contro il governo. Oggi mobilitazione a Roma dove è previsto un volantinaggio sotto il ministero in viale Trastevere e varie iniziative anche all’interno degli istituti. Venerdì è stato proclamato uno sciopero dall’Unicobas al quale si è accodato pure Antonio Di Pietro.
Documentazione:
Circolare F.L. 24 / 1999
Ai Commissari del Governo presso le Regioni
LORO SEDI
Ai Prefetti della Repubblica
LORO SEDI
Ai Provveditori agli Studi
LORO SEDI
OGGETTO:Art. 27 l. 23.12.1998, n, 448 - Fornitura gratuita dei libri di testo agli studenti della scuola dell’obbligo e della scuola secondaria superiore - Applicazione - D.P.C.M. 5.8.1999, n. 320.
L’avvenuta pubblicazione nella G.U. n. 218 del 16 settembre 1999 del D.P.C.M. indicato in oggetto consente di attivare la procedura preordinata all’applicazione delle disposizioni che esso propone e, in primo luogo, quella relativa alla ripartizione, secondo le modalità delineate dall’art. 3, della somma (L. 200 miliardi) messa a disposizione dalla legge n. 448 (art. 27, comma 5) per la fornitura gratuita, totale o parziale, dei libri di testo agli studenti della scuola dell’obbligo e secondaria superiore statale e non statale.
Il provvedimento, essendo finanziato per un solo anno, cesserà di produrre effetti dall’anno scolastico successivo a quello in corso; le provvidenze che esso prevede sono aggiuntive (comma 2 dell’art. 27) rispetto a quelle già destinate dalle Regioni alla fornitura, anche in comodato, di libri di testo sulla base di leggi nazionali o regionali.
E’ appena il caso di rammentare che per il settore della scuola elementare, come prevede l’art. 1 comma 5 del decreto, continua a trovare applicazione il principio della gratuità, di cui all’art. 156, 1 comma, del d.lgs. n. 297 del 16 aprile 1994.
L’art. 3 del decreto disciplina, con espresso rinvio alle allegate tabelle A(1) e A (2), la ripartizione tra le Regioni della somma stanziata dal precitato art. 27. Poiché essa non comporta il trasferimento delle relative somme fino al momento in cui le Regioni non trasmetteranno i piani di riparto tra i Comuni, si richiama l’attenzione delle Amministrazioni interessate sull’esigenza di provvedere allo scopo con la massima urgenza e comunque entro il 30 settembre c.a.
Ove le regioni non provvedano entro tale data, le somme assegnate a ciascuna regione secondo le modalità previste al comma 4 della disposizione in argomento sono assegnate ed erogate ai comuni dal Ministero dell’interno sulla base degli indici di degrado e della popolazione residente in età scolare considerate a livello regionale secondo gli ultimi dati disponibili.
Il Ministero dell’interno su richiesta formale delle singole regioni, in applicazione del comma 3 dell’articolo 3 del D.P.C.M. 5 agosto 1999, n.320 provvederà a disporre direttamente l’attribuzione ai comuni delle quote loro assegnate dal piano regionale di riparto.
Le regioni sono tenute, per ogni ente, ad indicare il codice identificativo utilizzato dal Ministero dell’interno ovvero il codice ISTAT, la descrizione e l’importo.
Al fine di evitare possibili disguidi, si invitano le regioni a recapitare la necessaria documentazione per le vie brevi al seguente indirizzo: Ministero dell’interno - Piazza del Viminale - Direzione generale dell’amministrazione civile - Direzione centrale per la finanza locale ed i servizi finanziari - Segreteria - 4° piano stanza 99 bis - dalle ore 8,30 alle 14,00 e dalle 14,30 alle 19,30.
L’art. 1, commi 1 e 2, del provvedimento individua come beneficiarie della fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo le famiglie la cui situazione economica, determinata a norma dell’art. 2, sia equivalente o inferiore a 30 milioni annui di reddito.
La scelta di ancorare i benefici al possesso di un reddito netto al consumo di trenta milioni secondo le statistiche rilevate dall’Istat è dovuta alla circostanza che tale reddito corrisponde a poco più di quaranta milioni di reddito lordo familiare, considerato dalla Commissione povertà presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri come soglia al di sotto della quale, per una famiglia con un figlio, inizia l’area di maggior disagio economico.
Secondo i principi del decreto legislativo 109/1998, per ottenere un reddito netto equivalente "reale" si è ritenuto di dover sottrarre al reddito netto dichiarato gli oneri sostenuti dalla famiglia eccedenti gli oneri medi abituali della famiglia tipo, costituita da due genitori e un figlio.
Come è noto, il Ministero della Pubblica Istruzione, con nota n. 41091/BL del 5 agosto u.s., ha provveduto ad anticipare, tramite i Provveditori agli Studi., alle scuole lo schema di D.P.C.M., invitandole ad effettuare al riguardo una larga azione di informazione tra le famiglie.
Tale circostanza consente ora alle istituzioni scolastiche di acquisire con la massima sollecitudine dai soggetti interessati, come individuati dall’art. 1, comma 3, del decreto, le domande di accesso al beneficio e di trasmetterle, quindi, tempestivamente, ai Comuni, per l’attivazione degli adempimenti di propria competenza.
Allo scopo di rendere il più possibile spedito ed efficace l’intervento previsto dalla legge in favore delle famiglie, si rappresenta ai Comuni la necessità di definire con la massima celerità possibile il procedimento preordinato alla definizione degli adempimenti di propria competenza (valutazione della situazione economica dei richiedenti, individuazione dei beneficiari, determinazione dei criteri per l’assegnazione delle provvidenze, erogazione delle medesime).
Al fine del monitoraggio dei criteri adottati dai comuni nell’attribuzione della quota parte del fondo destinato alla fornitura dei libri di testo, i medesimi enti predisporranno, a chiusura delle operazioni, un’apposita scheda conforme all’allegato A alla presente circolare da inviare al Ministero dell’interno - Direzione generale dell’amministrazione civile - Direzione centrale per la finanza locale ed i servizi finanziari.
Per corrispondere a quesiti pervenuti in ordine all’applicazione delle disposizioni del decreto che interessa si forniscono i seguenti chiarimenti:
1) Il nucleo familiare dello studente è composto dal richiedente il beneficio e da tutti coloro, anche se non legati da vincolo di parentela, che risultano nel suo stato di famiglia anagrafico alla data della presentazione della domanda. Qualora dallo stato di famiglia non risultino conviventi, sono comunque considerati facenti parte del nucleo familiare: in assenza di separazione o di divorzio; i genitori dello studente e gli altri figli fiscalmente a loro carico; nel caso di separazione legale o di divorzio, il genitore cui lo studente sia stato affidato o gli altri figli fiscalmente a suo carico; eventuali soggetti in affidamento ai genitori dello studente alla data di presentazione della domanda.
2) Il reddito netto, che è dato dal reddito complessivo diminuito dell’importo IRPEF (comprensivo dell’addizionale regionale IRPEF), è desumibile dai modelli di seguito specificati:
- CUD - REDDITO NETTO: è dato dai REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE ED ASSIMILATI, indicati al punto 1, aumentati dai REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE CHE NON POSSONO USUFRUIRE DELLE DETRAZIONI, indicati al punto 2 e diminuiti delle RITENUTE indicate al punto 9 e dell’ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF indicata al punto 20;
- 730/99 (Mod. 730.3) - REDDITO NETTO: è dato dal REDDITO COMPLESSIVO indicato al rigo 6, diminuito della IMPOSTA NETTA indicata al rigo 18, e dell’ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF, indicata al rigo 28;
- UNICO 99- REDDITO NETTO: è dato dal REDDITO COMPLESSIVO indicato al rigo RN1 diminuito dell’IMPOSTA NETTA, indicata al rigo RN15, e dell’ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF, indicata al rigo RV2.
- 1. Il reddito delle attività finanziarie è costituito da tutti gli interessi, dividendi e, in genere, rendite derivanti da investimenti mobiliari percepiti al 31.12.1998 e non risultanti dalla dichiarazione dei redditi.
- 2. Conformemente a quanto previsto nell’art. 2 comma 5, lett. a) del decreto, le detrazioni di L. 2.500.000 e L. 3.500.000 concernenti i nuclei familiari residenti in abitazione in locazione, indicati nella lettera B dell’allegato B al decreto, sono alternative.
Si pregano le SS.LL. di portare, con la massima urgenza, la presente nota a conoscenza, rispettivamente, delle Regioni, dei Comuni e delle istituzioni scolastiche.
Si ringrazia per la cortese collaborazione.
Roma lì 23 settembre 1999.