mercoledì 2 dicembre 2009

Novità sul taglio di 103 milioni di euro

Il taglio di 103 milioni di euro riguardava il capitolo 7243 del Ministero degli interni:"contributi per garantire la gratuità totale o parziale dei libri di testo in favore degli alunni che adempiano l'obbligo scolastico in possesso dei requisiti richiesti, nonché alla fornitura di libri di testo da dare in comodato anche agli studenti della scuola secondaria superiore".

Il governo ne proporrà il ripristino con un proprio emendamento ad oggi ancora non disponibile perché una prima versione di utilizzo dei fondi recuperati con lo scudo fiscale è stata giudicata inammissibile.

Il capitolo in questione, riportato nella documentazione che segue, nasce per finanziare la gratuità dei libri nella scuola secondaria almeno fino al primo biennio e della superiore e poi dopo anche con il comodato. Tale gratuità non è generalizzata ma riguarda alunni con particolari condizioni di reddito vedasi allegato DPCM.

Poiché ai comuni sono stati tagliati per via dell’ICI 600 milioni per quest’anno che diventano 800 l’anno prossimo e poiché la Gelmini ha lanciato l’idea (vedi articolo del 2008) di eliminare al gratuità generalizzata nella primaria. Il taglio di tutto il capitolo 7243 che recava nel titolo la gratuità voleva significare un attacco generalizzato a tutto il sistema. Il governo d’altra parte quando ha assicurato di ripristinare il taglio non ha mai rivendicato che la scuola primaria fosse risparmiata dalle sue misure.

Osvaldo Roman

Gelmini a Il Giornale, 2 ottobre 2008:

Libri gratuiti alle elementari soltanto per chi viene da una famiglia con reddito basso. Chi non ha problemi economici dovrà cominciare a pagare i testi scolastici per i propri figli fin dalla scuola primaria. Per il momento è soltanto un’ipotesi lanciata dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, durante il suo intervento agli Stati generali dell’editoria.«Si può discutere la proposta, già emersa al tavolo con gli editori - spiega il ministro -. Oggi lo stato spende 65 milioni per i libri della scuola primaria. Si può distribuire meglio queste risorse, spalmando la cifra oltre la scuola primaria, sugli studenti che ne hanno effettiva necessità, favorendo così la prosecuzione degli studi anche oltre l’età dell’obbligo».
Insomma evidentemente le polemiche sollevate da parte dei sindacati e le critiche che arrivano a pioggia dall’opposizione invece di frenare l’impeto innovativo del ministro le servono da tonico. Dunque dopo il maestro unico ed il ritorno del voto in decimi pure in condotta, la Gelmini mette sul tavolo un’altra piccola rivoluzione e sempre nella scuola primaria, dove i libri di testo sono a carico delle casse pubbliche. L’idea è quella di risparmiare alle elementari lasciando pagare alle famiglie più abbienti il costo dei libri in modo da poter aiutare i più bisognosi almeno fino alla fine dell’obbligo e oltre.
L’ingresso alle medie di un figlio costa salatissimo alle famiglie, intorno ai trecento euro per comprare tutti i testi al primo anno. La possibilità di avere i libri gratis anche alle superiori, dove i costi superano i cinquecento euro a studente, determinerebbe una situazione di maggiore equità perché la scelta di far proseguire gli studi al proprio figlio sarebbe facilitata alle famiglie con minori disponibilità economiche.
Agli editori scolastici poi il ministro ha chiarito il funzionamento delle nuove norme introdotte dal governo sui libri di testo per venire incontro alle esigenze di risparmio delle famiglie. La norma contenuta nel decreto sulla scuola, attualmente in discussione alla Camera, prevede che gli editori si impegnino a mantenere invariato il contenuto dei libri di testo per un quinquennio e che l’adozione dei libri abbia cadenza quinquennale. «La norma non ha valore retroattivo e riguarda soltanto i nuovi libri di testo - spiega il ministro -. Auspico che ciò che si è tolto oggi agli editori possa essere restituito in futuro». E mentre la Gelmini procede con determinazione lungo la strada del rinnovamento sindacati e opposizione cavalcano la protesta contro il governo. Oggi mobilitazione a Roma dove è previsto un volantinaggio sotto il ministero in viale Trastevere e varie iniziative anche all’interno degli istituti. Venerdì è stato proclamato uno sciopero dall’Unicobas al quale si è accodato pure Antonio Di Pietro.

Documentazione:
Circolare F.L. 24 / 1999

Ai Commissari del Governo presso le Regioni
LORO SEDI

Ai Prefetti della Repubblica
LORO SEDI

Ai Provveditori agli Studi
LORO SEDI

OGGETTO:Art. 27 l. 23.12.1998, n, 448 - Fornitura gratuita dei libri di testo agli studenti della scuola dell’obbligo e della scuola secondaria superiore - Applicazione - D.P.C.M. 5.8.1999, n. 320.

L’avvenuta pubblicazione nella G.U. n. 218 del 16 settembre 1999 del D.P.C.M. indicato in oggetto consente di attivare la procedura preordinata all’applicazione delle disposizioni che esso propone e, in primo luogo, quella relativa alla ripartizione, secondo le modalità delineate dall’art. 3, della somma (L. 200 miliardi) messa a disposizione dalla legge n. 448 (art. 27, comma 5) per la fornitura gratuita, totale o parziale, dei libri di testo agli studenti della scuola dell’obbligo e secondaria superiore statale e non statale.

Il provvedimento, essendo finanziato per un solo anno, cesserà di produrre effetti dall’anno scolastico successivo a quello in corso; le provvidenze che esso prevede sono aggiuntive (comma 2 dell’art. 27) rispetto a quelle già destinate dalle Regioni alla fornitura, anche in comodato, di libri di testo sulla base di leggi nazionali o regionali.

E’ appena il caso di rammentare che per il settore della scuola elementare, come prevede l’art. 1 comma 5 del decreto, continua a trovare applicazione il principio della gratuità, di cui all’art. 156, 1 comma, del d.lgs. n. 297 del 16 aprile 1994.

L’art. 3 del decreto disciplina, con espresso rinvio alle allegate tabelle A(1) e A (2), la ripartizione tra le Regioni della somma stanziata dal precitato art. 27. Poiché essa non comporta il trasferimento delle relative somme fino al momento in cui le Regioni non trasmetteranno i piani di riparto tra i Comuni, si richiama l’attenzione delle Amministrazioni interessate sull’esigenza di provvedere allo scopo con la massima urgenza e comunque entro il 30 settembre c.a.

Ove le regioni non provvedano entro tale data, le somme assegnate a ciascuna regione secondo le modalità previste al comma 4 della disposizione in argomento sono assegnate ed erogate ai comuni dal Ministero dell’interno sulla base degli indici di degrado e della popolazione residente in età scolare considerate a livello regionale secondo gli ultimi dati disponibili.

Il Ministero dell’interno su richiesta formale delle singole regioni, in applicazione del comma 3 dell’articolo 3 del D.P.C.M. 5 agosto 1999, n.320 provvederà a disporre direttamente l’attribuzione ai comuni delle quote loro assegnate dal piano regionale di riparto.

Le regioni sono tenute, per ogni ente, ad indicare il codice identificativo utilizzato dal Ministero dell’interno ovvero il codice ISTAT, la descrizione e l’importo.

Al fine di evitare possibili disguidi, si invitano le regioni a recapitare la necessaria documentazione per le vie brevi al seguente indirizzo: Ministero dell’interno - Piazza del Viminale - Direzione generale dell’amministrazione civile - Direzione centrale per la finanza locale ed i servizi finanziari - Segreteria - 4° piano stanza 99 bis - dalle ore 8,30 alle 14,00 e dalle 14,30 alle 19,30.

L’art. 1, commi 1 e 2, del provvedimento individua come beneficiarie della fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo le famiglie la cui situazione economica, determinata a norma dell’art. 2, sia equivalente o inferiore a 30 milioni annui di reddito.

La scelta di ancorare i benefici al possesso di un reddito netto al consumo di trenta milioni secondo le statistiche rilevate dall’Istat è dovuta alla circostanza che tale reddito corrisponde a poco più di quaranta milioni di reddito lordo familiare, considerato dalla Commissione povertà presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri come soglia al di sotto della quale, per una famiglia con un figlio, inizia l’area di maggior disagio economico.

Secondo i principi del decreto legislativo 109/1998, per ottenere un reddito netto equivalente "reale" si è ritenuto di dover sottrarre al reddito netto dichiarato gli oneri sostenuti dalla famiglia eccedenti gli oneri medi abituali della famiglia tipo, costituita da due genitori e un figlio.

Come è noto, il Ministero della Pubblica Istruzione, con nota n. 41091/BL del 5 agosto u.s., ha provveduto ad anticipare, tramite i Provveditori agli Studi., alle scuole lo schema di D.P.C.M., invitandole ad effettuare al riguardo una larga azione di informazione tra le famiglie.

Tale circostanza consente ora alle istituzioni scolastiche di acquisire con la massima sollecitudine dai soggetti interessati, come individuati dall’art. 1, comma 3, del decreto, le domande di accesso al beneficio e di trasmetterle, quindi, tempestivamente, ai Comuni, per l’attivazione degli adempimenti di propria competenza.

Allo scopo di rendere il più possibile spedito ed efficace l’intervento previsto dalla legge in favore delle famiglie, si rappresenta ai Comuni la necessità di definire con la massima celerità possibile il procedimento preordinato alla definizione degli adempimenti di propria competenza (valutazione della situazione economica dei richiedenti, individuazione dei beneficiari, determinazione dei criteri per l’assegnazione delle provvidenze, erogazione delle medesime).

Al fine del monitoraggio dei criteri adottati dai comuni nell’attribuzione della quota parte del fondo destinato alla fornitura dei libri di testo, i medesimi enti predisporranno, a chiusura delle operazioni, un’apposita scheda conforme all’allegato A alla presente circolare da inviare al Ministero dell’interno - Direzione generale dell’amministrazione civile - Direzione centrale per la finanza locale ed i servizi finanziari.

Per corrispondere a quesiti pervenuti in ordine all’applicazione delle disposizioni del decreto che interessa si forniscono i seguenti chiarimenti:
1) Il nucleo familiare dello studente è composto dal richiedente il beneficio e da tutti coloro, anche se non legati da vincolo di parentela, che risultano nel suo stato di famiglia anagrafico alla data della presentazione della domanda. Qualora dallo stato di famiglia non risultino conviventi, sono comunque considerati facenti parte del nucleo familiare: in assenza di separazione o di divorzio; i genitori dello studente e gli altri figli fiscalmente a loro carico; nel caso di separazione legale o di divorzio, il genitore cui lo studente sia stato affidato o gli altri figli fiscalmente a suo carico; eventuali soggetti in affidamento ai genitori dello studente alla data di presentazione della domanda.
2) Il reddito netto, che è dato dal reddito complessivo diminuito dell’importo IRPEF (comprensivo dell’addizionale regionale IRPEF), è desumibile dai modelli di seguito specificati:

  • CUD - REDDITO NETTO: è dato dai REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE ED ASSIMILATI, indicati al punto 1, aumentati dai REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE CHE NON POSSONO USUFRUIRE DELLE DETRAZIONI, indicati al punto 2 e diminuiti delle RITENUTE indicate al punto 9 e dell’ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF indicata al punto 20;
  • 730/99 (Mod. 730.3) - REDDITO NETTO: è dato dal REDDITO COMPLESSIVO indicato al rigo 6, diminuito della IMPOSTA NETTA indicata al rigo 18, e dell’ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF, indicata al rigo 28;
  • UNICO 99- REDDITO NETTO: è dato dal REDDITO COMPLESSIVO indicato al rigo RN1 diminuito dell’IMPOSTA NETTA, indicata al rigo RN15, e dell’ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF, indicata al rigo RV2.

  1. 1. Il reddito delle attività finanziarie è costituito da tutti gli interessi, dividendi e, in genere, rendite derivanti da investimenti mobiliari percepiti al 31.12.1998 e non risultanti dalla dichiarazione dei redditi.
  2. 2. Conformemente a quanto previsto nell’art. 2 comma 5, lett. a) del decreto, le detrazioni di L. 2.500.000 e L. 3.500.000 concernenti i nuclei familiari residenti in abitazione in locazione, indicati nella lettera B dell’allegato B al decreto, sono alternative.

Si pregano le SS.LL. di portare, con la massima urgenza, la presente nota a conoscenza, rispettivamente, delle Regioni, dei Comuni e delle istituzioni scolastiche.

Si ringrazia per la cortese collaborazione.

Roma lì 23 settembre 1999.