venerdì 4 dicembre 2009

Verbale dell'assemblea pubblica del 24 novembre 2009 presso Planetarietà.

ASSEMBLEA PUBBLICA SULLA SCUOLA
(PLANETARIETA’- 24/11/09 )

Introduce Maria Zerbino (genitore scuola Crispi, insegnante liceo Montale): come è nata l’idea di questa iniziativa? L’anno scorso, un gruppo di persone, docenti, personale amministrativo, genitori di alcune scuole del XVI Municipio, ha cominciato a ragionare sulle conseguenze della riforma Gelmini che stava investendo la scuola elementare e sugli effetti che i tagli alla scuola imposti dalla Finanziaria avrebbero prodotto sulla scuola tutta. Si è costituito quindi un Coordinamento misto che ha discusso e lavorato su questi temi e che ha avuto un forte momento di mobilitazione e di visibilità in occasione del “Raduno Pop per la scuola pubblica”, una giornata di musica, spettacolo, informazione e protesta che si è svolta a Villa Pamphili il 24 maggio scorso ed ha visto la partecipazione di un gran numero di persone. Da questo gruppo è nata l’idea di allargare il confronto anche ad altre scuole che non avevano partecipato direttamente agli incontri dello scorso anno. La proposta è quella di costruire un “Osservatorio sulla scuola” per monitorare cosa sta succedendo nelle scuole del Municipio. L’intento è quello di creare un gruppo che lavora sui temi della scuola e su iniziative comuni che riguardino non solo una critica alla riforma Gelmini, ma che rifletta anche su un’idea di scuola come noi la vorremmo. Abbiamo creato anche un blog (www.sediciscuola.blogspot.com) su cui si possono leggere le informazioni che via via raccogliamo e su cui potete intervenire tutti con le vostre riflessioni e i vostri contributi.

Monica Smoliko (insegnante scuola Crispi): dopo l’approvazione della legge c’è stato uno sgonfiamento del movimento che era stato corposo e molto attivo in una prima fase. Nella scuola elementare Crispi, anche grazie alla Dirigente che ha utilizzato alcune risorse che non erano dedicate a questo fine, la situazione non è drammatica: per esempio la compresenza è stata salvata. La compresenza è una risorsa perché è il luogo del recupero, del sostegno ai più deboli, serve per le uscite. Le ore delle compresenze invece sono state utilizzate dalla maggior parte dei Dirigenti per le supplenze. Abbiamo assistito al taglio dei collaboratori scolastici, il personale ATA è diminuito: la conseguenza è stato il rallentamento di tutte le attività e l’insorgere di un problema di sicurezza. E’ saltata la continuità didattica, e non perché, come dice la Gelmini, i docenti hanno la smania di chiedere trasferimenti da un Istituto ad un altro.

Simona Luciani (genitore scuola Crispi, insegnante liceo Kennedy): la riforma alle superiori va a regime l’anno prossimo, ma già abbiamo assistito ad alcune disfunzioni dovute ai tagli del personale, all’aumento del numero degli studenti per classe e all’aumento delle ore frontali (che devono essere da quest’anno 18 per tutte le discipline): ciò ha fatto saltare sia la copertura delle classi in caso di assenza giornaliera di un docente (il problema delle supplenze fino all’anno scorso era in gran parte risolto dai docenti che avevano cattedre inferiori alle 18 ore), sia lo spezzettamento delle ore, per cui un docente si trova ad insegnare materie collegate come storia e filosofia o matematica e fisica, o italiano e latino in classi diverse, a scapito della coerenza didattica . Molti insegnanti hanno perso le loro classi, pur restando nello stesso istituto, solo per “coprire” le 18 ore. A discapito di qualsiasi progetto didattico quello che conta è fare più ore frontali.
La Fondazione Agnelli ha compiuto uno studio che evidenzierebbe che la discontinuità didattica è dovuto alle richieste di trasferimento da parte dei professori. Non si tiene conto delle richieste “coatte”a causa della perdita di cattedre né del fatto che spesso i docenti rimangono nella stessa scuola ma perdono ugualmente le loro classi.

Monica: noi riteniamo che le riforme dovrebbero essere guidate da idee pedagogiche, non dalla logica del risparmio. Tra l’altro nella nostra scuola il contributo “volontario” (che non si può chiamare tale perché va a coprire spese essenziali per la scuola), è passato da 60 a 80 euro.

Roberto Renna (Genitore Crispi e insegnante al Cine TV): la nostra scuola è stata dotata, a causa dell’influenza suina, di 1500 euro per il sapone, ma per contro a me è stata assegnata un’ora di insegnamento in una quinta che non ho mai conosciuto prima, perché mi mancava un’ora per arrivare alle fatidiche 18 ore. Bisognerebbe non accettare più assurdità del genere, altrimenti si diventa complici di questi meccanismi.

Gaia (studentessa del Manara): faccio parte anche dell’assemblea cittadina degli studenti medi, che sta cercando di stabilire una piattaforma politica comune da portare avanti. Non ritengo che l’occupazione sia un metodo efficace per ottenere qualcosa. E’ necessario fare informazione e produrre anche qualcosa di costruttivo. Anche tra i nostri docenti c’è che molto sconforto, ma non riusciamo ad avere una collaborazione fattiva con loro.

Antonella insegnante dell’ Iqbal Masik: siamo in ritardo, siamo testimoni di uno smantellamento gravissimo della scuola pubblica. Dobbiamo fare un salto operativo: avremmo dovuto definire prima cosa si poteva ancora fare sul tema delle compresenze, sapendo che la legge non parlava apertamente di abolire la compresenza; l’art. 28 del Contratto Nazionale prevede che le compresenze debbano qualificare gli interventi educativi, sono quindi garantite istituzionalmente. Questo contratto c’è ancora. Ci siamo coordinati poco e male. Molte scuole vantano crediti tra i 280 e 300 mila euro. Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità e muoverci con i rappresentanti delle nostre scuole. Stiamo facendo karakiri da soli perché per le supplenze esterne sono stati elargiti tutti i soldi che sono arrivati, mentre non sono arrivati quelli per le supplenze interne, che è un altro capitolo di spesa. Ci sono emanazioni ministeriali che dicono di chiamare supplenti anche sotto i 15 giorni: utilizziamolo. Il vero problema è che abbiamo perso potere contrattuale nei collegi, abbiamo rimesso tutto nelle mani dei dirigenti.
La CGIL ha aperto il tavolo delle per avere qualcosa per il funzionamento, ma non ha appoggio, non è sostenuta.

Serena (studentessa del Manara, ex rappresentante al Consiglio d’Istituto): scrive su “ZaiNet”. E’ d’accordo sull’opportunità di coordinare le forze del territorio, per esempio ripetendo anche un evento musicale. Non si vede da fuori che ci stiamo muovendo: un’iniziativa come quella musicale potrebbe attrarre anche chi si è assuefatto alla situazione. Sarebe importante contattare i giornali di quartiere.

Paolo Vernaglione (docente Liceo Manara e RSU): non c’è una grande movimento perché ci hanno criminalizzato. La riforma Gelmini nella scuola primaria è stata in parte frenata dalle proteste: i tagli sono stati spalmati su tre anni, la situazione delle compresenze non è così grave, il maestro unico non è diventato una realtà. Le occupazioni nelle scuole sono l’unico mezzo che abbiamo per poterci far sentire. Abbiamo perso il potere di contrattazione decentrata perché i sindacati confederali hanno barattato un lieve aumento con i diritti minimi. Cosa possiamo fare? Dobbiamo boicottare questa scuola: rivendicare la scuola come bene comune. Tutte le mediazioni sono fallite. I Collegi dei docenti saranno eliminati, così come i Consigli d’Istituto. I comitati dei genitori saranno enti privati che competeranno con i consigli d’amministrazione delle scuole per prendere le decisioni che riguardano la scuola.

Viviana (insegnante precaria, ora alla Sauro, Monte Mario): vivo in una realtà addormentata, si sente solo la presenza di un dirigente tuttofare, gli insegnanti sono impauriti, nelle classi prime c’è una girandola di insegnanti, non esistono compresenze, utilizzate per coprire le classi e non sono sufficienti comunque. I genitori non si capisce bene se siano a conoscenza di quello che succede ai loro figli: l’altro giorno c’erano dei bimbi che non avevano l’insegnante e io li ho portati a mensa con la mia classe, e non hanno potuto far altro che a vedere gli altri che mangiavano.

Stefania Mazzoni (insegnante della media De André): la scuola è grande ed è divisa in due plessi, con classi per lo più a tempo pieno: abbiamo perso più di 20 insegnanti, oltre al personale ATA (sia bidelli che in segreteria), abbiamo meno AIC (operatori per gli handicappati). C’è stato un grosso problema per formare la cattedra di Lettere a 18 ore: so che in alcune scuole l’ultimo docente in graduatoria ha avuto un’ora per classe (18 classi!). Per evitare ciò noi abbiamo avuto un orario “ballerino” per 15 giorni. L’attività didattica ha avuto rallentamenti notevoli. Giorno dopo giorno ci siamo accorti di come è cambiata la scuola: bussavano ogni giorno per smembrare le classi o per inserire alunni che non si avvalgono della religione perché abbiamo potuto attivare l’attività alternativa alla religione.
Invece di chiamare i supplenti, il Collegio Docenti ha deliberato di pagare le supplenze con i soldi del Fondo d’Istituto, che dovrebbero essere dedicati ad altre attività, come quelle di potenziamento per esempio. Gli insegnanti di sostegno sono i primi a essere tolti dalle loro classi per coprire quelle scoperte. C’è una connivenza però da parte degli insegnanti, e chi si mette di traverso è anche malvisto.

Valeria Marzano (Genitore di scuola media Gianicolo): i figli non si avvalgono dell IRC (sono in 6 in tutto nella classe) e vengono mandati in una classe dove non hanno il banco e hanno solo 4 sedie. 30 anni fa ho passato tutte le ore di religione con la bidella, speravo che per i miei figli ci sarebbe stata una situazione migliore. Inoltre ora sono molti di più gli alunni che non si avvalgono.

Maria: mio figlio alla Crispi viene portato dall’insegnante a disposizione nella classe dove fa supplenza; al Montale ci sono solo due possibilità, o studio individuale oppure entrata posticipata o uscita anticipata.

Marzia Ventimiglia: molti insegnanti, o addirittura le segreterie delle scuole invitano i genitori a cambiare idea, ad avvalersi dell’ora di religione per non creare problemi.

Piero Castello (maestro in pensione): Non è vero che il Movimento non è riuscito in nulla: grazie al Movimento dell’anno scorso ci sono state più richieste di tempo pieno e abbiamo ottenuto il ritardo della riforma di un anno. Sono stati salvati 180.000 posti di lavoro, non sono state chiuse le scuole nei piccoli paesi. Dal 2010 però sembra che i libri non saranno più gratuiti (sono stati tolti 103 milioni di euro ai comuni per i libri di testo alle elementari). Propone un corteo di protesta fino al Ministero.

Giovanni Vetritto(genitore, presidente del Consiglio di Circolo della Lola di Stefano Forlanini): altro che maestro unico! In una classe ci sono 7 insegnanti: 3 fissi più 4 che vanno in classe un ora al mese. C’è una diffusa ignoranza tra i docenti anche sulle loro competenze. Noi abbiamo bisogno di un movimento nazionale, che sia visibile, e che abbia la forza anche economica di guidare ricorsi al TAR.

Donatella (insegnante Lola Di Stefano): da noi i tagli hanno fatto perdere tre insegnanti, e 66 ore sono rimaste scoperte. Il Collegio aveva approvato il sistema delle supplenze (interne?) già a giugno perché la sensazione era di non potercela fare, ma la circolare sulle supplenze è arrivata dopo. Sono d’accordo con l’idea di cercare un appiglio nazionale, per avere maggiore visibilità ed essere più forti.

Antonio (genitore Malpighi): laddove c’è una dirigente in gamba è più facile resistere. Altrimenti bisogna mettersi a studiare circolari, leggi. Ma il sindacato che fa?
I liceali chiedono aiuto ai docenti.
Restringiamo un po’ i tavoli, non parliamo di casi specifici (solo elementari)

Marzia Bacci (insegnante Crispi): Accenna al problema della scuola dell'infanzia: il tentativo è quello di toglierla dal comparto scuola e metterla nel comparto assistenziale, in questa direzione va anche l'anticipo per i bambini di due anni e mezzo. Per quanto riguarda il movimento propone di incontrarci con cadenze fisse in scuole diverse, in modo da coinvolgere tutte le scuole.

Riccardo (genitore Forlanini): dovremmo creare un pull di avvocati e compiere azioni legali in tutti i casi in cui vediamo che il diritto allo studio viene messo in discussione.

Daniela Pagliai (docente di storia dell’arte al Montale): la riforma prevede l’eliminazione delle sperimentazioni, il dimezzamento del numero di insegnanti di storia dell’arte, complessivamente il risultato è un impoverimento dell’offerta formativa.

Marta Sereni(insegnante del liceo Malpighi): il sedicesimo Municipio tramite Cristina Maltese della Commissione Cultura e Scuola ci ha comunicato che intende aprire un tavolo di incontro con le scuole del quartiere. Io penso che al nostro Movimento sia utile e proficuo avere una sponda istituzionale; dovremmo raccogliere questa proposta.

Marilisa (insegnante di sostegno precaria alla Gianicolo): le classi sono piccole e quando gli alunni vengono divisi non ci sono le sedie per ospitarli, neanche al piano. Nel consigio di classe sono 4 o 5 precari: questo significa che ciò che si costruisce finisce quest’anno. Ringrazio per l’iniziativa e proporrò ai miei colleghi di seguire il blog.

Paola De Meo (Insegnante dell’Ikbal) : ho gestito il sito del Movimento “Non rubateci il futuro”. La scuola Manzoni sull’Appia vuole fare un film con Giustizia e libertà. I precari intendono organizzare un corteo, partire dalle realtà territoriali. Come scuola abbiamo rifiutato il minuto di silenzio e questa cosa ha spaventato metà del Collegio. La dirigente Salacone, in seguito a 3 interrogazioni parlamentari, ha ricevuto una lettera d’accusa, con l’imputazione di avere portato disdoro alla scuola: l’intento era quello di spaventare docenti e dirigenti, ed in parte è andato a buon fine.
Nella nostra scuola ci sono 180 ragazzini rom, di cui molti ben inseriti, ma il lavoro di accoglienza è stato fortemente disturbato dallo sgombero delle loro famiglie.
E’ stato fatto un ricorso che chiede la sospensiva del decreto sugli organici perché manca il Regolamento, ma il Ministero ha fatto una specie di sanatoria . A chi ci appelliamo allora? Rimane solo la Corte Europea. Il ricorso del Tar vinto dall’Anief è valido solo per quelli che hanno partecipato al ricorso.
Su Rete Scuole c’è un Manifesto dei Docenti. Esiste inoltre un Coordinamento di genitori, Consiglieri di circolo e Presidenti di Circolo a Modena, che raggiunge il 50% degli istituti della città. Dovremmo collegarci a loro e creare una struttura analoga.

In conclusione l’assemblea si ritiene soddisfatta di aver ampliato il confronto e di aver raccolto le esperienze di altre scuole. Si propone di valutare la possibilità di svolgere gli incontri futuri a rotazione nelle diverse scuole del Municipio e di lavorare ad iniziative comuni costruttive sia per individuare gli aspetti positivi da salvaguardare nella scuola sia per promuovere azioni di protesta sulle misure che devono ancora essere approvate.
Sul blog www.sediciscuola.blogspot.com si possono trovare le informazioni relative a tali attività o comunicare proposte e riflessioni.