domenica 26 settembre 2010

La scuola con l'elmetto: è questa la scuola che vogliamo per i nostri figli?

Agli studenti insegneremo a mirare, sparare e tirare con l'arco.

La notizia è stata raccolta da FamigliaCristiana.it: è questa la scuola che vogliamo?
Per ora si sa solo che gli studenti saranno organizzati in "pattuglie" come quelle che girano per le strade dell'Afghanistan. Gli verrà insegnato a mirare, sparare e tirare con l'arco. Non gli verrà chiesto di combattere i talebani ma solo di sbaragliare tutti gli avversari. Non sappiamo quale premio verrà riconosciuto ai vincitori. Si sa che vincitori e vinti riceveranno un bel Credito formativo scolastico.

In base al Protocollo d'Intesa, siglato a Milano alla vigilia della Giornata Internazionale della Pace, dal Comando Militare Esercito Lombardo e dal Provveditore Regionale Scolastico della Lombardia, gli studenti delle medie e delle superiori della regione verranno incoraggiati ad "allenarsi per la Vita" partecipando ad un programma di formazione e di educazione teso ad avvicinare i giovani alle forze armate.

Il programma di "addestramento" e di avvicinamento degli studenti alle Forze Armate prevede naturalmente percorsi ginnico-militari, arrampicate, attività di orientamento e di primo soccorso, nuoto e salvamento. Non mancheranno "lezioni teoriche" di propaganda militare che il Comando Militare Lombardo suggerisce di inserire nell'attività scolastica di "Diritto e Costituzione" (N.B.: l'insegnamento a cui si fa riferimento è "Cittadinanza e Costituzione" ma forse in Lombardia la parola "Cittadinanza" ha un significato controverso e si è deciso di ometterla).

Il progetto si propone di "allenare i giovani alla vita" e promuovere "la conoscenza e l'apprendimento della legalità, della Costituzione, delle Istituzioni e dei principi del Diritto Internazionale" sottolineando "l'importanza del benessere personale e della collettività attraverso il contrasto al "bullismo". Da notare il passaggio dal "bullismo" a scuola al "nonnismo" delle caserme.

A questa straordinaria offerta formativa ed educativa delle Forze Armate, ai giovani studenti lombardi si aggiunge un "concorso civico - letterario" che - ci tiene a precisare il Generale Milato a capo del Comando Militare Esercito Lombardo - "a differenza delle precedenti edizioni che contemplavano esclusivamente degli elaborati scritti aventi come tema delle lettere ad amici militari impegnati in Operazioni di Pace, sarà vario e diversificato, basato sul 150° dell'Unità d'Italia". I premi ammontano a 60.000?.

E' questa la scuola che vogliamo per i nostri figli?

Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace

Perugia, 23 settembre 2010

venerdì 24 settembre 2010

Interrogazione parlamentare sul tempo pieno: il sottosegretario ammette che ci sono 600 classi in meno

Il sottosegretario Guido VICECONTE risponde all'interrogazione del 9 giugno 2010 in titolo nei termini
riportati in allegato (vedi allegato 8).

TESTO DELLA RISPOSTA

Con l'atto parlamentare in discussione l'onorevole interrogante lamenta in primo luogo la
mancata pubblicazione dei dati concernenti gli orari scolastici settimanali, relativi agli
anni scolastici 2008/2009 e 2009/2010, chiede inoltre quale sia il numero degli studenti
che nell'anno in corso non frequenta più moduli con orari da 31 a 39 ore, con mensa o
senza mensa, ed infine sulla base di quali conteggi siano stati divulgati i dati relativi al
tempo pieno.
In merito al primo punto, faccio presente che l'attività di rilevazione viene principalmente
effettuata per fornire all'Amministrazione la conoscenza dei fenomeni che
quantitativamente interessano il mondo scolastico, con il fine precipuo di realizzare uno
strumento di supporto alle decisioni. Di anno in anno, poi, vengono pubblicate solo quelle
rilevazioni che si ritiene di maggior interesse per una diffusione esterna
all'Amministrazione.
Per quanto riguarda gli alunni che nel corrente anno scolastico 2009/2010 non
frequentano più, rispetto all'anno precedente, moduli con orario di insegnamento da 31 a
39 ore settimanali, va evidenziato, in primo luogo, che da questo anno scolastico le prime
classi risultano articolate con una organizzazione oraria diversa da quella dell'anno
scolastico 2008/2009, a seguito dell'entrata in vigore del regolamento sulla scuola
dell'infanzia e il primo ciclo di istruzione, emanato con decreto del Presidente della
Repubblica n. 89 del 2009, il quale prevede orari di funzionamento di 24, 27, 30 e 40 ore
settimanali. Pertanto, alle famiglie, in occasione dell'iscrizione degli alunni, non è stata
offerta, da parte delle scuole, l'opportunità di scegliere il modello 31-39 ore settimanali.
Per le classi successive alla prima, invece, è stato possibile mantenere tale articolazione
settimanale dell'orario, per effetto della modalità utilizzata nell'assegnazione
dell'organico, nella misura di 30 o di 40 ore settimanali. Per cui, nel caso in cui nella
scuola fosse stato prescelto l'orario di 27 ore settimanali, l'economia di 3 ore (da 30 a 27)
ha consentito di continuare in parte con l'orario 31/39 ore settimanali. La riduzione delle
ore di compresenza nella determinazione dell'organico ha causato una modestissima
diminuzione degli alunni del modello 31/39.
Le risorse di posti determinate a seguito della sottrazione alle scuole delle ore di
compresenza hanno consentito l'ampliamento dell'offerta di tempo pieno, per 40 ore
settimanali. Ricordo che l'eliminazione delle compresenze è stabilita dal suddetto decreto
del Presidente della Repubblica n. 89 del 2009, che consente l'utilizzazione delle ore di
compresenza (4 ore per classe) per estensione dell'orario a 40 ore nonché per consentire
l'orario oltre le 30 ore settimanali. In tal modo, anche se le classi non - sono codificate «a
tempo pieno», continuano a funzionare con il modello delle 40 ore recuperando le ore di
compresenza. Quindi, anche se risultano circa 600 classi prime codificate a tempo pieno
in meno rispetto all'anno precedente, in effetti con un razionale utilizzo delle risorse di
istituto (compresenze, ore recuperate dalla presenza del docente di lingua e di religione)

viene mantenuta l'offerta invariata.
Quanto al mancato soddisfacimento integrale delle richieste delle famiglie, la situazione
non è diversa da quella dei pregressi anni in cui si è sempre verificata una richiesta di
gran lunga superiore alle effettive disponibilità di organico. Preme precisare che il tempo
pieno può essere assegnato solo se la disponibilità di organico lo consenta. Rispetto
all'andamento degli ultimi 10 anni, in cui l'incremento del tempi pieno si è attestato
annualmente intorno allo 0,5 per cento nazionale, nel decorso anno 2009/2010 aumento è
stato vicino al 2 per cento. Per il prossimo anno scolastico, in considerazione del
mantenimento delle classi a 40 ore, come prima detto, si conferma aumento quasi nella
stessa percentuale.
Infine, circa i dati divulgati nel comunicato stampa del 17 maggio 2010, preciso che i
conteggi sono stati effettuati utilizzando i dati risultanti dalle procedure di gestione
dell'organico presenti nel sistema informativo del Ministero.

5-03021 Ghizzoni: Sui dati relativi all'aumento delle classi «a tempo pieno».

Manuela GHIZZONI (PD), replicando, si dichiara profondamente insoddisfatta della
risposta alla sua interrogazione che poneva tre facili quesiti al Governo, ma non ha avuto
alcuna soddisfazione in nessuno di essi. Sottolinea infatti che l'atto ispettivo chiedeva
all'Esecutivo dati e cifre precise di riscontro alle affermazioni del Ministro fatte il 17
maggio scorso, sena ricevere alcuna risposta; al riguardo si afferma addirittura che i
dati delle rilevazioni sono pubblicati solo se ritenuti di maggiore interesse da parte
dell'amministrazione stessa. La risposta evidenzia poi, da una parte, che le classi da 31 a
39 ore non sono più esistenti, mentre dall'altra sottlinea che ne sono state create nuove,
segnalando peraltro che in totale sono modestamente diminuite. Stigmatizza inoltre il
fatto che non si forniscono cifre ma vaghe valutazioni sui quesiti posti, specificando
solo che, nel complesso, vi sono 600 classi in meno di tempo pieno. Sottolinea quindi
ancora una volta l'importanza di avere risposte chiare e circostanziate alle interrogazioni
non difficili, ma utili, poste dai parlamentari. Evidenzia d'altra parte che i dati richiesti
servono a tutti e non solo a chi propone l'interrogazione, per avere un quadro di
valutazione più dettagliato dell'organizzazione della scuola italiana, seppure in tempi
difficili.

Valentina APREA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni
all'ordine del giorno.

mercoledì 22 settembre 2010

lunedì 20 settembre 2010

Alcune osservazioni sugli indicatori OCSE sull'istruzione

Dall'ultimo outlook dell'OCSE sui sistemi educativi si evince che, in media, i paesi industrializzati spendono circa il 6,5 % del loro PIL e circa il 13,5 della spesa pubblica totale, mente l'italia spende rispettivamente il 4,5 e il 9%.
L'outlook ci dice inoltre che il 70% della spesa scolastica va in stipendi dovunque, confermando che l'affermazione che l'italia spenderebbe troppo in stipendi è prive di fondamento, visto che la nostra percentuale è sì più alta, ma davvero di poco (l'80%) pur scontando una assoluta anomalia, ovvero il gonfiamento del dato per l'inclusione degli insegnanti di sostegno (che in tutto il mondo stanno nel bilancio dei ministeri di welfare e non in quello dell'istruzione) e di quelli di religione (che come è noto esistono solo da noi).
(da una segnalazione di Giovanni Vetritto)

Sommario della sintesi in italiano:
 Nell’area OCSE, i governi stanno cercando di rendere più efficace il sistema di istruzione e al contempo di accedere a risorse supplementari che permettano di rispondere alla domanda crescente in materia.
 L’edizione 2010 della pubblicazione intitolata Education at a Glance: OECD Indicators offre ai vari Paesi l’occasione di riflettere sulla loro performance in un’ottica comparativa. Vi si trova una vasta gamma di indicatori aggiornati e comparabili relativi ai diversi sistemi che rappresenta il giudizio condiviso dei professionisti del settore sulle modalità
con cui misurare la realtà attuale del panorama dell’istruzione su scala internazionale.
 Gli indicatori mostrano quali sono i soggetti coinvolti nel settore, quanto vi si spende e come operano i sistemi di istruzione. Illustrano inoltre un’ampia gamma di risultati ottenuti attraverso il paragone, ad esempio, tra le prestazioni degli studenti in aree specifiche e l’impatto dell’istruzione sui livelli di retribuzione e sulle opportunità di
impiego degli adulti.