venerdì 24 settembre 2010

Interrogazione parlamentare sul tempo pieno: il sottosegretario ammette che ci sono 600 classi in meno

Il sottosegretario Guido VICECONTE risponde all'interrogazione del 9 giugno 2010 in titolo nei termini
riportati in allegato (vedi allegato 8).

TESTO DELLA RISPOSTA

Con l'atto parlamentare in discussione l'onorevole interrogante lamenta in primo luogo la
mancata pubblicazione dei dati concernenti gli orari scolastici settimanali, relativi agli
anni scolastici 2008/2009 e 2009/2010, chiede inoltre quale sia il numero degli studenti
che nell'anno in corso non frequenta più moduli con orari da 31 a 39 ore, con mensa o
senza mensa, ed infine sulla base di quali conteggi siano stati divulgati i dati relativi al
tempo pieno.
In merito al primo punto, faccio presente che l'attività di rilevazione viene principalmente
effettuata per fornire all'Amministrazione la conoscenza dei fenomeni che
quantitativamente interessano il mondo scolastico, con il fine precipuo di realizzare uno
strumento di supporto alle decisioni. Di anno in anno, poi, vengono pubblicate solo quelle
rilevazioni che si ritiene di maggior interesse per una diffusione esterna
all'Amministrazione.
Per quanto riguarda gli alunni che nel corrente anno scolastico 2009/2010 non
frequentano più, rispetto all'anno precedente, moduli con orario di insegnamento da 31 a
39 ore settimanali, va evidenziato, in primo luogo, che da questo anno scolastico le prime
classi risultano articolate con una organizzazione oraria diversa da quella dell'anno
scolastico 2008/2009, a seguito dell'entrata in vigore del regolamento sulla scuola
dell'infanzia e il primo ciclo di istruzione, emanato con decreto del Presidente della
Repubblica n. 89 del 2009, il quale prevede orari di funzionamento di 24, 27, 30 e 40 ore
settimanali. Pertanto, alle famiglie, in occasione dell'iscrizione degli alunni, non è stata
offerta, da parte delle scuole, l'opportunità di scegliere il modello 31-39 ore settimanali.
Per le classi successive alla prima, invece, è stato possibile mantenere tale articolazione
settimanale dell'orario, per effetto della modalità utilizzata nell'assegnazione
dell'organico, nella misura di 30 o di 40 ore settimanali. Per cui, nel caso in cui nella
scuola fosse stato prescelto l'orario di 27 ore settimanali, l'economia di 3 ore (da 30 a 27)
ha consentito di continuare in parte con l'orario 31/39 ore settimanali. La riduzione delle
ore di compresenza nella determinazione dell'organico ha causato una modestissima
diminuzione degli alunni del modello 31/39.
Le risorse di posti determinate a seguito della sottrazione alle scuole delle ore di
compresenza hanno consentito l'ampliamento dell'offerta di tempo pieno, per 40 ore
settimanali. Ricordo che l'eliminazione delle compresenze è stabilita dal suddetto decreto
del Presidente della Repubblica n. 89 del 2009, che consente l'utilizzazione delle ore di
compresenza (4 ore per classe) per estensione dell'orario a 40 ore nonché per consentire
l'orario oltre le 30 ore settimanali. In tal modo, anche se le classi non - sono codificate «a
tempo pieno», continuano a funzionare con il modello delle 40 ore recuperando le ore di
compresenza. Quindi, anche se risultano circa 600 classi prime codificate a tempo pieno
in meno rispetto all'anno precedente, in effetti con un razionale utilizzo delle risorse di
istituto (compresenze, ore recuperate dalla presenza del docente di lingua e di religione)

viene mantenuta l'offerta invariata.
Quanto al mancato soddisfacimento integrale delle richieste delle famiglie, la situazione
non è diversa da quella dei pregressi anni in cui si è sempre verificata una richiesta di
gran lunga superiore alle effettive disponibilità di organico. Preme precisare che il tempo
pieno può essere assegnato solo se la disponibilità di organico lo consenta. Rispetto
all'andamento degli ultimi 10 anni, in cui l'incremento del tempi pieno si è attestato
annualmente intorno allo 0,5 per cento nazionale, nel decorso anno 2009/2010 aumento è
stato vicino al 2 per cento. Per il prossimo anno scolastico, in considerazione del
mantenimento delle classi a 40 ore, come prima detto, si conferma aumento quasi nella
stessa percentuale.
Infine, circa i dati divulgati nel comunicato stampa del 17 maggio 2010, preciso che i
conteggi sono stati effettuati utilizzando i dati risultanti dalle procedure di gestione
dell'organico presenti nel sistema informativo del Ministero.

5-03021 Ghizzoni: Sui dati relativi all'aumento delle classi «a tempo pieno».

Manuela GHIZZONI (PD), replicando, si dichiara profondamente insoddisfatta della
risposta alla sua interrogazione che poneva tre facili quesiti al Governo, ma non ha avuto
alcuna soddisfazione in nessuno di essi. Sottolinea infatti che l'atto ispettivo chiedeva
all'Esecutivo dati e cifre precise di riscontro alle affermazioni del Ministro fatte il 17
maggio scorso, sena ricevere alcuna risposta; al riguardo si afferma addirittura che i
dati delle rilevazioni sono pubblicati solo se ritenuti di maggiore interesse da parte
dell'amministrazione stessa. La risposta evidenzia poi, da una parte, che le classi da 31 a
39 ore non sono più esistenti, mentre dall'altra sottlinea che ne sono state create nuove,
segnalando peraltro che in totale sono modestamente diminuite. Stigmatizza inoltre il
fatto che non si forniscono cifre ma vaghe valutazioni sui quesiti posti, specificando
solo che, nel complesso, vi sono 600 classi in meno di tempo pieno. Sottolinea quindi
ancora una volta l'importanza di avere risposte chiare e circostanziate alle interrogazioni
non difficili, ma utili, poste dai parlamentari. Evidenzia d'altra parte che i dati richiesti
servono a tutti e non solo a chi propone l'interrogazione, per avere un quadro di
valutazione più dettagliato dell'organizzazione della scuola italiana, seppure in tempi
difficili.

Valentina APREA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni
all'ordine del giorno.